Recensione di Laura Piccinelli, psicologa.
L’amore da sempre ha incuriosito e animato la penna di poeti, cantanti, scrittori, registi e il pennello di pittori e, ognuno a proprio modo, ha scritto, cantato, narrato, dipinto delle immagini rappresentative interpretando quello che, nella propria epoca, era inteso con questo termine. Mi piace pensare così anche per questo libro, Mal d’amore, come un tentativo ben riuscito di leggere la fatica della coppia e della famiglia in un periodo storico fortemente arroccato su un piano narcisistico dove sembra quasi impossibile creare un sano, costruttivo e appagante legame di coppia che fonderà un altrettanto equilibrato nucleo familiare.
La lettura puntuale e mai pesante delle relazioni amorose, o pseudo tali, rende questo libro un manuale da cui estrapolare delle costanti che corrodono la vita di coppia e che ne determinano una pressante sofferenza, dove dietro al termine “amore” si nasconde tutto uno spettro di significati altri. Prevaricazione, controllo, lamenti, ricatti affettivi, menzogne, inganni, più o meno inconsciamente caratterizzano questi legami patologici. Gli autori attraverso esempi mirati, mettono in luce una varietà di relazioni a due avvelenate che sembrano essere ben lontane dall’amore adulto e rispettoso dell’altro. La progettualità e la crescita comune hanno lasciato il passo al bisogno di sopraffare, primeggiare, accattivarsi i figli, apparire come adeguati, premurosi, migliori, in una eterna rincorsa a possedere un qualcosa che li faccia sentire meno vuoti e più desiderabili ma che, in realtà, non fa che alimentare questa smania di possesso e di apparenza. L’arrivo dei figli può inquinare o, apparentemente, bonificare questi legami nocivi di coppia anche se, inevitabilmente, sulla prole vengono spostate delle pesanti eredità. Figli contesi, usati, sedotti, monopolizzati, strumentalizzati per i propri interessi e come mezzo per potersi far la guerra. Figli malati, inibiti, bulli, devianti, sopra le righe, portavoce della sofferenza della famiglia e della coppia, funzionali a negare la crisi del legame e a catalizzare tutte le attenzioni e le critiche.
L’ampio ed esaustivo panorama che si dipana nelle pagine di Mal d’amore, porta con sé tutta la fatica e la necessità di manutenzione che ogni relazione chiede, dove l’accettare l’altro come individuo separato non è mai uno scontato e dove la stereotipia dei ruoli, all’interno dei quali si rischia di essere imprigionati, è sempre in agguato. I due autori non danno delle ricette, non si prodigano ad elencare decaloghi di ciò che salva o di ciò che fa naufragare la coppia ma con parole comprensibili delineano un panorama di storie, famiglie, incastri patologici che se non pensati transitano nella mente della discendenza inquinando anche il sociale.
Scalari e Berto accompagnano gli addetti ai lavori, e non solo, a toccare delle tematiche centrali che, aprendo degli interrogativi, diventano utili bussole chiarificatrici non solo per gli operatori che lavorano con la coppia ma anche per chi si occupa di bambini e adulti che, invischiati, in questi legami non possono che soffrire e dove “un’ampia progettazione sociale che sia finalizzata all’educazione sentimentale della nuove generazioni” pare essere l’unico antidoto efficace per questo potente veleno relazionale.
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