Nei loro primi anni di vita molti adolescenti di oggi sono stati accuditi da solleciti nonni che si sono trovati a fare i vice-genitori.
I vecchi genitori di mamma e papà hanno portato regali, offerto ospitalità, garantito assistenza ai nipotini ammalati. Ed è proprio per questa presenza assidua e sicura, che ora i ragazzi continuano a considerare i loro vecchi come importanti punti di riferimento.
Li cercano soprattutto quando sono in lotta con mamma e papà sperando di trovarli alleati nell’ottenere un permesso negato. E i nonni si trovano a fare i mediatori.
Li visitano quando hanno voglia di mangiare qualcosa di buono come un piatto di fumanti gnocchi o una cotoletta impanata come si deve. E i nonni li prendono per la gola felici di veder ancora apprezzate vecchie ricette di famiglia.
Li seducono quando hanno bisogno di soldi per potersi permettere di esaudire un desiderio. E i nonni allentano i cordoni della borsa felici di vedere soddisfatto quel loro nipote che si sta facendo uomo o donna.
Oltre che in questi momenti della vita quotidiana, i ragazzi trovano però rifugio nei loro nonni proprio nel momento del bisogno.
E una ragazzina in preda a lacrime inarrestabili per la sua prima delusione d’amore, corre a rifugiarsi tra le braccia di una nonna che è maggiormente disponibile ad ascoltarla. Mentre un ragazzino troverà il modo di farsi accompagnare al primo concerto che si terrà nella città vicina da un assordato nonno che sghignazza felice tornando indietro nel tempo.
Questo patto tra le due generazioni avviene non solo se i genitori dei ragazzi riescono a non sentirsi troppo gelosi del rapporto che i figli instaurano con i nonni, ma anche se hanno garantito una frequentazione stabile tra i bambini e le loro due famiglie d’origine. Senza rivalità. Senza inutili paragoni. Senza contabilità affettive.
Un nonno per amico è quindi una grande risorsa nell’adolescenza dei figli, ma va coltivato nella loro infanzia poiché i legami non si creano mai dal nulla.
Sarà su questo vincolo speciale che i genitori potranno contare anche quando loro stessi saranno in difficoltà con il figlio. Ed eccoli chiedere a un vecchio genitore solerte di parlare con un nipote che si applica poco a scuola, frequenta cattive compagnie, esce troppo o troppo poco da casa.
Ed è la distanza generazionale, oltre che la diversa qualità dell’amore che lega nonni e nipoti, che permette di tenere aperto tra vecchi e giovani un dialogo alle volte impossibile tra genitori e figli.
Nello spazio che li separa ci stanno minori aspettative, pretese, paure e più disponibilità di tempo, di esperienza e di speranza.
Questo amore solidale sarà poi restituito ai vecchi di casa da nipoti divenuti adolescenti maturi che sapranno andare trovare una nonna rimasta da poco vedova e rallegrarla con le loro avventure, sapranno tenere compagnia ad un nonno ormai in età avanzata che fatica ad uscire di casa.
Fino a piangerli nel giorno della morte di un pianto che non solo renderà esplicito l’amore che li ha legati ai loro nonni, ma anche che i vecchi di casa stanno offrendo loro l’ultima lezione di vita. I nonni dunque con la loro definitiva scomparsa insegnano ai ragazzi che la morte esiste, che il dolore per le perdite va vissuto perché è parte della vita, che l’esistenza prevede un capolinea grigio o appagato a seconda di come si è vissuto.