Se un giorno il mio maestro non ci sarà più non mi dispererò perché se lo cercherò lo troverò dentro la mia testa ed il mio cuore anche se qualche volta lo ho mandato a quel paese

Leggendo questo libro si fa una capriola all’indietro ritrovandosi nell’infanzia seduti dietro un banco con il grembiule e il fiocco blu, l’aria che profuma di colla e gli occhi sgranati verso il maestro. Catturati dalla sensazione di aver attraversato tante guerre prima di imparare una poesia o una tabellina, ma anche solo a condividere una merenda o a sopportare il compagno di banco.

Le pagine sono una mappa di geografie umane tracciate da un’esperienza che si sedimenta, un faro destinato a genitori, insegnanti, educatori, operatori sociali, che abbiano a cuore la crescita consapevole dei bambini di cui si occupano.

In scena le parole dei più piccoli interrogate dalla sensibilità e attenzione del maestro Berto che li invita a disegnare, riflettere, scrivere, a partire dai vissuti quotidiani condivisi in classe.

Ogni evento significativo diventa occasione per aprire una ricerca: il Natale, l’arrivo di un fratellino, i conflitti che si dibattono per un genitore che si arrabbia o per uno che se ne va, il cambiamento di scuola… I sentimenti dei bambini trovano un posto per essere accolti e ascoltati diventando palestra per imparare la lettura, l’ortografia e a far di conto, ma soprattutto ad affrontare la vita con coraggio e originalità. “Il maestro, allora, sviluppa un sapere preventivo nei confronti dell’attuale e del futuro malessere dei suoi alunni. Li allena a capire che nulla è per sempre, niente è costantemente uguale, tutto si trasforma. L’evolversi dell’esistenza non si può bloccare.

Giorno per giorno l’adulto-guida, si mette in gioco cercando di cogliere lo stato del gruppo, favorendo la conoscenza a partire da ciò che viene portato. Le narrazioni degli scolari sono uno spunto per apprendere, rielaborare, confrontarsi. Nei racconti custoditi, all’interno di un tempo/spazio, si indagano tensioni, immagini, domande irrisolte. “Il maestro, ancor prima di insegnare qualsiasi nozione, sviluppa nella classe, a più riprese, l’idea che imparare costa impegno, fatica, dedizione senza che l’ignorare diventi colpevole, vergognoso, umiliante.[…] cerca ogni giorno di aiutare gli scolari a trovare il coraggio di andare avanti superando gli ostacoli che l’apprendere abilità e nozioni sconosciute pone loro di fronte.

L’opera è un sentiero pedagogico di raro valore, ha una scrittura nitida ed evocativa, una bella veste grafica rende appetitosa la lettura: caratteri grandi, disegni e corsivi mettono in risalto gli incisi dei bambini.

In tutti i capitoli emergono lo studio e l’amore di Berto e Scalari che mostrano nella pratica come sia possibile educare alla libertà e all’autonomia i più piccoli aiutandoli ad affrontare il mondo con pensieri creativi reggendosi sulle proprie gambe.

6 gennaio 2014

Monique Pistolato

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