Il testo si presenta come un ricco intreccio di rimandi tra esperienza clinica dell’autrice, percorso di crescita professionale e rimandi teorici. Su questo intreccio di fili, l’autrice consegna al lettore un testo sincero, mai banale, e generoso di aneddoti clinici che coltivano germogli di pensieri nelle menti di chi legge.
Nello scorrere delle pagine, l’autrice conduce il lettore nei meandri della propria gruppalità interna, mostrando – con la generosità che le è propria – esempi tratti dalla quotidianità clinica e personale come si è creata la sua cassetta degli attrezzi. E’ uno spunto prezioso per tutti coloro che desiderino accostarsi alla lettura non solo con la curiosità di approfondire la tematica del gruppo ma anche con il desiderio di costruirsi basi professionali solide rispetto alla capacità di “trattare gruppalità”.
Nella lettura, l’autrice porta a conoscere e a mettere in relazione alcune pietre miliari del lavoro analitico con i gruppi: con i rimandi al prof. Bauleo, a Bleger e agli psicologi argentini, nonchè alla propria esperienza di formazione, permette al lettore di rintracciare gli incontri, gli interessi e i personaggi che hanno costruito e animano il suo mondo interno, a cui quotidianamente attinge nella pratica clinica per l’accompagnamento dei propri pazienti, siano essi persone, gruppi o istituzioni. Questo pare essere il “core” del testo: la condivisione generosa del proprio mondo interno, delle trame psichiche che guidano l’incontro con i pazienti permette al lettore non solo di intravedere la filigrana della solida conoscenza teorica dell’autrice ma di costruirsi alcuni elementi-chiave che possano aiutare nella propria pratica clinica.
Nel procedere della lettura, infatti, il lettore si accorgerà che l’autrice propone chiavi di approfondimento teoriche, pratiche e cliniche che invitano in modo garbato ad appassionarsi ai diversi livelli che connotano un lavoro psico-socio-analitico senza mai sminuirne la complessità, aiutandolo al contempo a riconoscere le differenze tra gruppi di lavoro e gruppi “bugiardi”.
Il testo sollecita il puer di ciascuno di noi, affinchè in ogni incontro si possa mettere sempre in moto, come la stessa autrice afferma riportando le parole dello stesso Pagliarani, “la ricerca del senso degli accadimenti”, che è unica via di costruzione di autentiche progettualità “sui casi” che si accompagnano nella pratica clinica.
Paolo Guiddi, psicologo