Esistono i bambini tiranni?

È con questo interrogativo che vorrei aprire un dialogo con i frequentatori del blog.

A marzo sarò ad Alessandria e a Bassano del Grappa per discutere attorno a questo problema e mi piacerebbe prima e dopo la conferenza avere un confronto il più ampio possibile per capire come viene vista e affrontata la situazione dei bambini irriducibili.

Da sempre ascolto insegnati che mi descrivono degli alunni “impossibili”.

Bambini e ragazzini che rispondono in malo modo ai docenti e che non accettano alcuna regola del vivere comune. Rompono e vengono allontanati, rompono e vengono ripresi, rompono e vengono puniti… ma nulla ha effetto sul loro modo di fare!

I compagni o li seguono, o li incitano o li imitano creando un gran subbuglio in aula.

Il rimedio è chiamare i genitori, ma spesso i maestri o i professori si trovano di fronte a madri e padri a loro volta vinti da questi bambini cattivi.

Mamma e papà infatti raccontano di figli che li svegliano tutte le notti più e più volte incapaci di sprofondare in un sonno ristoratore, di bimbetti che rendono l’andare a tavola un campo di battaglia, di ragazzini che rendono impraticabile una passeggiata fuori città se non lo vogliono loro, di piccoli tiranni che ricattano tutta la famiglia al fine di far fare a ciascun componente quel che vogliono loro. A casa si sprecano lotte per i compiti, litigi per l’igiene, drammi per ogni più piccola critica…

Spesso incontriamo questi figli infelici mentre attuano atteggiamenti inaccettabili verso i fratellini rendendo l’aria di casa irrespirabile.

Le madri li sorvegliano affinché morsi, pugni, sberle, dispetti e ancora dispetti non colpiscano il più debole e indifeso dei figli. Ma loro sfuggono al controllo dei genitori o addirittura fanno male al fratello pur in presenza dell’adulto.

Ognuno di fronte a questo bambino tiranno trova le sue cause.

Chi dice che è nato così… chi incolpa qualche nonna baby-sitter troppo accondiscendente, chi padri latitanti nella funzione regolatrice, chi madri troppo apprensive, chi insegnati incompetenti, chi le scuole sovraffollate, chi gruppi di compagni provocanti, chi cerca di capire se ha sbagliato qualcosa.

“Né con le buone né con le cattive si cambia nulla” affermano adulti educatori stanchi e sfibrati.

Osservare i comportamenti del piccolo, capire quando e come entra in funzione il suo voler dominare diventa allora il primo passo per capire alunni, figli, bambini e ragazzi. Osservarli è un modo per cominciare a decontaminare la loro tirannia e capire quanto ha a che fare con il loro senso di abbandono più profondo?

Proviamoci insieme con esempi e commenti per rinnovare un dialogo educativo.

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