Adolescenti Belli e Impossibili

Gli adolescenti sono di moda. Tuttavia la nostra società porta sui propri giovani uno sguardo assai ambiguo: non si parla di loro che in termini di rischio e minaccia. Abbiamo forse paura dei nostri adolescenti?” (P. Jeammet)

Diventare una persona. Essere capaci di stare dentro alla propria pelle. Avvertire nel mutare del tempo il senso di continuità. Transitare dalla vita nel gruppo familiare alla solitudine esistenziale. Aprirsi alla ricerca della propria unica ed originale identità. Questi i compiti di ogni adolescente.

Gli adolescenti di oggi trovano il loro posto al mondo o si smarriscono per strada?

Stare con gli altri senza sentire minacciata la propria individualità. Amare la vita con i pari senza confondersi con i compagni e mimetizzarsi dentro o dietro al gruppo.

Sono questi i movimenti emotivi che ogni figlio affronta per uscire dal bozzolo domestico e trovare il modo di svincolarsi, affermarsi ed esistere.

Sentirsi unici al mondo crea però un senso di panico inspiegabile, di ansia incontrollabile e di inquietudine diffusa.

Eppure solo l’accettazione del senso di solitudine esistenziale offre quella specificità di cui l’essere umano ha bisogno per tranquillizzarsi, rappacificarsi e sentirsi sicuro.

Come educare l’adolescente a dialogare interiormente?

Molti ragazzi compiono con scossoni, ma anche con determinazione il cammino verso l’età adulta e approdano alla tarda adolescenza con spavalderia, ma anche con una originale idea della loro vita.

Sono gli adolescenti che popolano il mondo attuale. Affascinanti esteriormente e interessanti interiormente. Capaci di vivere la loro esistenza spesso anche lontani da casa poiché sanno vivere con se stessi e con gli altri senza appoggiarsi al consueto, al conosciuto, allo scontato.

Cosa scopriamo di bello nell’adolescente di oggi?

I ragazzi che non sanno transitare dall’identità confusa, che si appoggia su un sentire indifferenziato, a quella scelta, che si regge sul pensiero soggettivo, faticano a divenire autonomi e, spesso, usano modalità provocatorie per interpretare il ruolo adulto.

I segni dell’infantilismo, camuffato da false grandiosità, si esprimono in maniere molto diversificate: rabbia, provocazione, violenza, droga, abbandono scolastico, bulimia, anoressia, distacco dalla realtà, tristezza cronica…

Tutti questi sintomi hanno in comune un modo di agire impulsivo, insensato, irragionevole.

Come si può contrastare il disagio e promuovere la crescita dei ragazzi?

Tre appuntamenti pubblici per chi può raggiungerci. Il 28 gennaio a Marghera – Venezia e il 4 e 11 febbraio a Spinea (Ve) per tutti quelli che hanno voglia di confrontarsi con esperti e con altri genitori, insegnati ed educatori alle prese con i ragazzi “belli e impossibili”.

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