Il mondo scolastico soffre della poca considerazione che gode da parte delle famiglie. Si sente ingiustamente criticato, si avverte sotto pressione, si ritrova sempre valutato negativamente.
I genitori, d’altra parte, dichiarano che troppi docenti non riescono a interessare i loro figli, li sgridano inutilmente, li squalificano anziché domandarsi cosa non va nel loro modo di insegnare.
Questi adulti, pur dovendo svolgere il medesimo compito, far crescere i bambini e i ragazzi, non sanno come collaborare. Non si capiscono. Si sentono distanti. Non possono fare a meno di denigrarsi, accusarsi, svilirsi.
L’allievo anziché condiviso diviene conteso.
Maestri stanchi accusano madri e padri di non educare i loro pargoli. Genitori sfibrati da note e compiti per casa si sentono sotto assedio.
La collaborazione è rara. Il dialogo poco produttivo. Il momento del colloquio una vera battaglia durante la quale i genitori tacciono per paura delle ritorsioni e i docenti attaccano per paura di fare brutta figura.
Non sempre, per fortuna, funziona così.
Ho appena pubblicato su Articoli tre Interviste a Francesco Berto proprio per sottolineare che una scuola come luogo di crescita è possibile.
Ma vorrei che altri si raccontassero. Mi piacerebbe raccogliere le vostre esperienze.
Scrivete come la vedete e poi proveremo a fare un ragionamento più ampio sull’alleanza educativa tra insegnanti e familiari.
E’ possibile costruire una collaborazione positiva tra docenti e genitori? A quali condizioni? Cosa rende così complicato questo rapporto?