Adozioni: Chi mi vuole?

Mi piacerebbe aprire un confronto sul tema dell’adozione oggi.

Chi ha una personale esperienza, ma anche chi non ne ha cosa ne pensa?

Incontro ragazzi infelici perché abbandonati che, nonostante ottime famiglie adottive, soffrono per il rifiuto ricevuto dalla madre naturale e rimettono in scena con i propri cari dei rifiuti insensati, duri, violenti.

È facendo sentire a madri e padri adottivi l’angoscia dell’essere respinti che cercano di far loro capire come si sentano in quanto figli non voluti?

Ascolto ragazze arrabbiate che non riescono stabilire una vita di coppia soddisfacente quasi temessero l’amore e ancor più la loro possibilità di generare. Alcune invece mettono al mondo figli a casaccio per poi rivivere la situazione di incapacità di occuparsi dei loro piccini quasi a cercare un motivo per cui sono state respinte.

È riparabile l’angoscia del figlio adottivo?

Vengono a consultarsi madri infelici che attraverso l’adozione di un figlio avevano sperato di colmare la ferita bruciante per non averne avuti di propri e si scoprono a pensare continuamente come sarebbe stato il loro figlio naturale poiché non riescono ad avvertire simile a sé il bambino venuto da altrove.

La ferita della sterilità è riparabile con l’adozione?

Lavoro con coppie coniugali che si sfasciano per l’entrata in casa di bambini che dovevano completare la vita familiare ed invece la mettono a soqquadro e la sottopongono a stress inimmaginabili.

Figli adottivi che deludono, che scappano, che s’ammalano psichicamente, che violentano la vita dei loro genitori che figli sono?

Certamente conosco attraverso amicizie e conoscenze personali dei bambini adottati che stanno mettendocela tutta per essere adeguati, per rassicurare i genitori che li hanno portati a casa di essere dei buoni figli, per mostrare a mamma e papà che sono ragazzini degni dell’amore che viene dato loro.

Ma a quale prezzo?

Le coppie aspiranti a divenire famiglie adottive vengono sottoposte a un percorso importante, impegnativo, profondo che permetta di valutarne le competenze, così come troviamo ben descritto e spiegato nel testo curato da Maria Pia Cosmo che s’intitola L’Alchimia Adottiva (la meridiana 2011), ma poche volte le cose funzionano bene.

Non è rarissimo dicono le Autrici perciò che, pur prendendo tutte le precauzioni possibili, ci si trovi di fronte a casi di fallimento che impongono l’entrata in campo non solo dei servizi per l’adozione, ma anche dei servizi per la tutela del minore.

Qualche ragazzo per la verità ce la fa e questo ci infonde un senso di conforto e di speranza. Lo leggiamo dalla viva scrittura di una giovane ragazza che, in modo commovente e avvincente, ci racconta la sua storia di figlia adottata nell’incipit del libro Il Bambino in pezzi (la meridiana 2013).

Potremo aiutare davvero questi Figli nati altrove?

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