Insegnare è trasmettere le diverse discipline attraverso la figura dell’insegnante. Le caratteristiche che affascinano i giovani sono proprio l’amore del docente per il sapere, la sua perizia nel sedurre con ciò che spiega, la sua abilità di narratore, fabulatore, incantatore.
Se l’insegnante se lo dimentica, presta il fianco a chi chiede di tutto al mondo scolastico. E la scuola rischia di essere caricata di compiti che gli insegnanti invece non possono svolgere, come l’essere psicologi o assistenti sociali.
Eppure, basterebbe ricordare come la conoscenza sia una delle cose che “guariscono” di più.
L’appassionare i ragazzi alla scoperta del sapere, permette infatti ai ragazzi di essere vivi e vitali.

Alle volte, però, è difficile entrare nelle loro menti.
L’insegnante può infatti trovare canali mentali aperti, ossia ragazzi disponibili che si lasciano coinvolgere e canali chiusi, ossia ragazzi che hanno delle dighe che non permettono a nessuno di entrare.
Queste barriere, sono il frutto delle storie di vita degli adolescenti .
Troviamo storie familiari ed educative che non hanno dato la possibilità a questi ragazzi di fidarsi e di affidarsi.
Il problema del rifiuto scolastico sta allora nell’accettazione, da parte dei ragazzi, della dipendenza.
In apparenza, sono gli adolescenti che paiono più autonomi quelli che hanno maggiormente bisogno di imparare a dipendere. Sono, cioè, gli studenti che non studiano, che non fanno mai i compiti, che non ascoltano nessuno, che sono arroganti e presuntuosi, quelli che hanno più paura di lasciarsi andare.
Ma questi giovani hanno timore di affidarsi agli altri perché hanno incontrato degli adulti che non hanno offerto loro con continuità e sicurezza una valida dipendenza.
Leggere quello che ha detto un altro, fare spazio nella propria mente per le conoscenze altrui, implica infatti saper dipendere da quegli autori, oltre che dall’insegnante che li propone.
Se i ragazzi non vogliono imparare, è perché hanno paura che qualcuno entri in loro.
Sono adolescenti che parlano sempre e che disturbano in modo provocante. Essi, attraverso il loro comportamento, cercano di essere nominati, visti, chiamati. Voluti. Ma non sanno chiedere aiuto perché temono il rifiuto.

Related articles