Si è innamorata di un’amica. Come comportarsi?

Aiutare le figlie a non avere paura della identità sessuale qualsiasi strada essa possa e debba percorrere non è segno di modernità ma necessità per non perdere il contatto affettivo ed emotivo.

Per non allontanare da sé una parte così importante della loro vita. Per non lasciarle da sole con i loro dubbi, per aiutarle in un percorso esistenziale più complicato perché socialmente meno accettato.

Ma anche frenare le ragazze provocanti è un compito che mamma e papà debbono assumersi.
Spesso queste sfide sono unite ad altre strategie per mettere alla prova i genitori.

Succede spesso se mamma e papà hanno banalizzato o troppo sollecitato la vita sessuale delle figlie: “hai il moroso? Portalo al mare!”, “Tu e Marco potere dormire nella stessa stanza…vi lasciamo la casa noi rientriamo domani”.

E siccome alla fine bisogna pur trasgredire, per non darla vinta a mamma e papà non rimane che farsi passare o provare ad essere “lesbiche”.

La prima cosa da chiedersi, allora, è: come mai la figlia vive questi momenti di oscillazione tra essere etero e omosessuale. Forse non vorrà solo che i genitori si occupino di più di lei? Magari della sua parte più infantile e indifesa senza volerla a tutti i costi già donna navigata?

La ricerca dell’identità sessuale è complessa. Ai genitori spetta più stare ai margini che entrarci dentro. E da questa soglia raccogliere le difficoltà delle figlie, rassicurarle e amarle qualsiasi sia la loro scelta sessuale.

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