Svincolarsi attraverso il gruppo

La preadolescenza porta con sé uno stato affettivo turbolento, un vero e proprio scombussolamento emotivo, un bombardamento di sensazioni che si sviluppano a partire dal cambiamento ormonale.


E’ un terremoto che toglie al bambino la certezza di quel suo corpo infantile per lungo tempo curato dall’adulto.
Sono perturbazioni che lo impauriscono perché vissute come incontrollabili.

Sono idee che lo spaventano perché annunciano che è arrivato il momento di lasciare l’età rosea dell’infanzia.
Sono sentimenti che lo atterriscono perché mettono in moto un distacco desiderato, ma anche temuto.
Il preadolescente ha bisogno allora di un ambiente sereno e pacato per mettere ordine nelle sue sensazioni trasformandole in pensieri. E il posto migliore per poter riflettere cercando di isolarsi dalle invasioni dei grandi è il suo piccolo gruppo di appartenenza. La vita psichica di ogni preadolescente trova proprio nello spazio delimitato di un insieme di amici, il luogo privato dove mettere in gioco emozioni collegate al cambiamento del corpo, dove aggrapparsi, immedesimarsi, specchiarsi negli amici.
Il gruppo è una specie di nursery emotiva dove il preadolescente può depositare le sue parti infantili, rielaborare i suoi affetti, individuare le sue originali caratteristiche e sviluppare la sua appartenenza sociale.


E’ allora in questo caldo nido che il ragazzo armonizza i suoi sentimenti contrastanti, impara a conoscere le sue emozioni e verifica gli effetti delle proprie azioni.


Il gruppo dei coetanei rappresenta il traghetto sul quale salire per staccarsi dalla protezione della sua famiglia e dal quale scendere dopo aver raggiunto la capacità di sentirsi se stesso.


Il compito degli adulti è allora quello di garantire ad ogni preadolescente un gruppo dove poter sognare per imparare a regolare il pensiero.

Paola Scalari e Francesco Berto

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