Estate. Sole cocente, acqua invitante, pinete ombrose, freschi sentieri, rifugi ospitali, splendidi viaggi… Per i ragazzi l’estate rappresenta un tempo vuoto, libero, gioioso. E’ un’epoca per fare nuove scoperte, inedite esperienze, avventurose perlustrazioni. E’ una parentesi per nuovi incontri, amori, amicizie.
E’ con queste promesse nel cuore che gli adolescenti, da sempre, iniziano il tempo delle vacanze estive. Lasciati i banchi di scuola li aspettano tante novità.
C’è chi ritorna nel medesimo posto di villeggiatura proprio per ritrovare la vecchia compagnia. Quella con cui si è cresciuti insieme tra onde marine o gite in quota. Ma ogni anno l’appuntamento fa ritrovare i vecchi amici più grandi, adulti, interessanti. Ed allora nascono amori, si rinnovano, promesse, si dà il via a storie lasciate in sospeso. I luoghi sono i medesimi, ma gli stati d’animo, le attività, le conoscenze reciproche cambiano. Ognuno fa a gara per mostrarsi “cresciuto” e i genitori si trovano contenere o assecondare ogni anno nuove richieste di libertà dal controllo degli adulti. C’è chi invece si dirige, con la famiglia, verso località marine o montane mai visitate prima. Fantastica allora incontri sensazionali. Teme però di rimanere da solo sotto l’ombrellone o nel bosco di sempreverdi. Magari in compagnia di mamma e papà che “rompono” dicendo: “Perché non esci a divertirti?”. E il giovane che avrebbe voglia di dir loro: “Ma con chi? Se in questo buco dove mi avete portato non c’è l’ombra di un mio coetaneo e ci sono solo famigliole con figlioletti e cani appresso!”. E finisce per diventare intrattabile. E così se ne sta immusonito e rivendicativo dal mattino alla sera. Spesso fino agli ultimi giorni delle vacanze quando, sbollentata la paura di non essere accettato, si trova una compagnia e… allora non vorrebbe proprio tornare a casa. Ai genitori non rimane che pazientare che avvenga questo incontro che renderà indimenticabile la vacanza dei loro ragazzi.
C’è infine chi se ne va via da solo per studio, per via dello sport o per qualche occasione organizzata da enti ed associazioni. L’apprensione in famiglia è generale. Genitori preoccupati riempiono i figli di raccomandazioni. Ragazzi timorosi del mondo che li attende fuori dei circuiti conosciuti esprimono in mille modi la loro ansia. Qualcuno fa lo strafottente e si presenta sicuro, impaziente, allergico ai consigli. Qualcun altro fa e rifà minuziosamente la valigia perché ha paura di non avere a portata di mano un pezzetto della sua casa che gli dà così tanta sicurezza. Qualcun altro ancora fa finta di non dover partire e indugia a fare le ultime compere, preparare il necessario, andare a salutare nonna.
Ai genitori non rimane che controbilanciare gli stati emotivi del figlio. Chi ha in casa un adolescente impaziente lo dovrà trattenere ed invece chi si trova un figlio pavido lo deve incoraggiare.
Qualche adolescente più fortunato può anche vivere in un’unica estete tutte queste situazioni. Un po’ di giorni nella casa di famiglia, un periodo in una località di villeggiatura mai visitata e un tempo per fare un’esperienza all’estero o in un centro dedicato ad una specifica attività in totale autonomia. Ai genitori spetta equilibrare questi momento magari proponendo tra l’uno e l’altro una pausa per “digerire” le tante sollecitazioni emotive.
Qualcun altro però rimane anche a casa. Oggi però sia nelle città che nei piccoli paesi le occasioni per passare una buona estate non mancano. Dai villaggi acquatici alle notti bianche, dai cinema all’aperto ai parchi cittadini con musica e divertimenti organizzati. A mamma e papà può spettare il compito di portare a casa tutti i depliant promozionali per guardarli assieme al figlio.
Qualche ragazzo “volenteroso” fa anche le sue prime esperienze di lavoro come assistente in Centri estivi o come garzone di bottega. Per i ragazzi è questo un modo per racimolare due soldini e per sentirsi grandi. L’adolescente che desidera sperimentarsi come lavoratore appartenente ad una équipe di colleghi va quindi sostenuto.
In fondo ad ogni ragazzo non importa nulla il dove passa le sue giornate quanto con chi le trascorre.
Sarà quindi cura dei genitori garantirgli una vita sociale, spronarlo a trovare occasioni di svago, accompagnarlo in nuove esperienze affinché gli incontri con i pari, ma anche con adulti prima sconosciuti, diventino occasione di arricchimento umano, di scambio di opinioni, di scoperta di alternativi modi di vivere. L’estate serve dunque a frequentare la scuola di vita. E sarà “bocciato” solo chi si annoia senza sbloccare la sua creatività!