BUGIE FA RIFLETTERE UN RECENTE DRAMMATICO EPISODIO
Quando dire la verità diventa impossibile
Si può uccidere per non essere smascherati? Attese deluse Non sempre i figli si rendono conto che sono accettati anche se non rispondono alle aspettative
Possono essere un’ innocua necessità nelle relazioni sociali, ma talvolta diventano uno spinoso sistema di manipolazione: sono le bugie o, nella loro forma più estrema, l’ inganno e la menzogna che sembrano perfino arrivare ad armare una mano, come è successo, di recente, in Liguria, dove una ragazza ha pagato un’ amica per far uccidere la madre (senza che, per fortuna, l’ azione sia poi andata a termine). La motivazione di un gesto tanto estremo? La ragazza non se la sentiva di svelare alla madre che in realtà non riusciva a laurearsi. Ma è davvero possibile che per “proteggere” una bugia si arrivi ad attentare alla vita di un genitore? «La mano si arma quando la paura di essere visti diversi da come si desidererebbe essere è talmente annichilente da farci inconsciamente ritenere che, uccidendo il testimone del nostro fallimento, potremo mettere in salvo la nostra idea di noi stessi» chiarisce Paola Scalari, psicoterapeuta, autrice, con Francesco Berto, dei libri I figli ingannano (Armando editore) e Padri che amano troppo (La meridiana editore). «E siccome sono le figure amate quelle di cui si teme di più il giudizio – continua Scalari – alla fine sono proprio gli omicidi familiari i più frequenti. Si ama l’ altro, e lo si uccide perché non ci ripudi. La bugia è detta dunque non tanto per ingannare, ma per piacere all’ altro». Il bisogno di essere approvati diventa quindi paradossalmente la molla che fa scattare la menzogna e perfino il comportamento aggressivo: si è disposti a tutto, pur di non confrontarsi con la realtà. «Quando i genitori si attendono imprese grandiose dai loro figli – aggiunge la dottoressa Scalari – la menzogna può diventare il solo mezzo attraverso il quale i ragazzi possono rispondere alle aspettative. È normale che i genitori si prodighino perché i figli siano vincenti e socialmente desiderati. E di norma gli stessi genitori sanno che, in fondo, accetterebbero i figli anche se risultassero inferiori alle aspettative, non sempre però i figli se ne rendono conto, ed è allora che possono scattare comportamenti estremi verso un genitore, come nel fatto di cronaca citato, o verso se stessi. Non è raro che il suicidio di un giovane sia conseguenza proprio dell’ impossibilità di fronteggiare lo sguardo deluso del genitore». Va tuttavia considerato che di per sé il dire bugie non rappresentano un fenomeno psicologico sempre negativo. Anzi, in certe fasi dell’ esistenza è il segnale che l’ individuo è riuscito a trovare un proprio spazio interiore autonomo, può utilizzare la fantasia per relazionarsi con il mondo che lo circonda. Dice Chiara Mezzalama, membro ordinario dell’ Associazione italiana di psicoterapia psicoanalitica infantile (A.I.P.P.I): «Durante l’ adolescenza la bugia può avere una funzione evolutiva, perché permette di separare e proteggere il proprio mondo interno da quello esterno, e favorisce la progressiva definizione di un’ identità, al riparo da un impatto troppo diretto con la realtà. In questo caso, la bugia si associa al senso di segretezza, al bisogno di uno spazio interiore privato, oppure al tentativo di sperimentare nuove immagini di sé e rientra dunque in un processo di crescita normale. Anche nel caso degli adulti, la bugia può rivelarsi talvolta utile e positiva. Basti pensare alle bugie dette per non ferire la sensibilità altrui». Proprio come indica il caso di cronaca da cui si è partiti, lo snodo della laurea sembra essere molto delicato da questo punto di vista. È sorprendentemente frequente che ai genitori sia tenuto nascosto il fallimento del proprio percorso universitario, anche se sono invece rari, per fortuna, gli sbocchi aggressivi, e in questi casi spesso sono in ballo altre motivazioni ben più materiali, come il danaro. Il diploma universitario rappresenta, evidentemente, un passaggio esistenziale cruciale per il confronto con l’ autostima e le aspettative delle famiglia. Conclude la dottoressa Mezzalama: «L’ incapacità di tollerare la frustrazione, e l’ idea di non riuscire ad aderire alle aspettative dei genitori, possono essere all’ origine di una versione truccata della propria esistenza. Così la falsificazione sistematica rischia tuttavia di provocare una confusione tra realtà e fantasia, e la conseguente impossibilità di misurare il proprio valore e di ristabilire la verità, innanzitutto nei confronti di se stessi».
di Diodoro Danilo
Pagina 52
(11 luglio 2010) – Corriere della Sera