Ogni scolaro, anche se non ha voglia di studiare, ha voglia di tornare a scuola. Ha nostalgia dei ritmi scanditi dai suoi diversi impegni, sente una frenetica smania di ritrovare i compagni per raccontar loro le sue prodezze estive, avverte perlopiù il desiderio cl Incontrare la maestra che adora. E poi c’è la gioia di scegliere nuovi zainetti, quaderni di tutte le dimensioni, penne stravaganti e colori in quantità.
Ogni allievo della scuola media, a conti fatti, è contento che gli edifici scolastici aprano i battenti. Dopo qualche periodo di frenetico divertimento, ma anche dopo tante giornate di noia, ritrova quelle abitudini che gli danno sicurezza e quegli amici che, nella graduatoria dei suoi interessi, stanno al primissimo posto. Ma anche madri e padri sono bramosi di ritrovare un po’ di aiuto nella custodia quotidiana di figli difficili da gestire con i loro umori alterni. Gli studenti delle superiori temono l’impegno che chiede loro la scuola, ma bramano la vivace realtà della classe. Si chiedono titubanti: “Sarà un anno difficile?”. Ma scacciano il dubbio e immaginano l’anno che prende il via foriero di novità avvincenti. Qualche genitore vive ancora l’illusoria convinzione di essere ascoltato e li minaccia sostenendo: “Vedrai che quest’anno non c’è da spassarsela … “.
Ma i figli non ascoltano loro vanno a scuola per stare con gli amici se poi, per non perdere i compagni, bisogna farsi promuovere cl sta anche un po’ di impegno! Ci sono bambini che hanno lasciato la materna ed entrano per la prima volta nella scuola primaria. È una vera iniziazione. Mamma e papà si prendono un giorno di ferie e, alle volte, arrivano anche i nonni, con tanto di videocamera, per riprendere Il nipotino mentre entra, per la prima volta, in un’aula. Tutta la famiglia aspetta da mesi questo fatidico giorno e, ora che è giunto, sta con il fiato sospeso. Adesso I risultati nell’apprendimento e il comportamento diranno se il figlio è bravo o non lo è. La scuola, con i suoi giudizi e le sue valutazioni, diventa allora anche la misura della normalità o dell’inadeguatezza dei bambini. Gli scolari che hanno lasciato i banchi della scuola elementare ed entrano alla scuola media non solo vivono con trepidazione la novità, ma anche a coppie si danno man forte scegliendo gli stessi corsi di studio per non perdere l’amico o l’amica del cuore. Spesso questo ex compagno è il punto di riferimento a cui l’alunno si attacca mentre inizia ad esplorare un nuovo mondo scolastico fatto di professori meno pronti a coccolarlo e di materie che si susseguono vorticosamente ad ogni ora. Gli studenti, seppur varcano per la prima volta il cancello delle superiori, si sentono già grandi. Stretti in piccoli gruppetti misti, si avviano, disordinatamente, verso le aule del “loro” Istituto. Anche se è il primo giorno e non si conoscono si muovono sincronizzati. Si identificano nell’abbigliamento e nella musica che, entrando nelle orecchie, Il sostiene menIre, spavaldi fuori e spaventati dentro, superano la soglia di uno sconosciuto edificio. Sono orgogliosi e non vogliono mostrare titubanze. Mamma e papà sono lontani. AI massimo inviano loro un veloce sms, di nascosto da sguardi indiscreti di coetanei, per rassicurare i genitori che stanno entrando nel mondo dei grandi, nel loro futuro, nel provare ad essere quello che desiderano. E i loro pensieri sono tutti immersi nei loro sogni di divenire medici piuttosto che elettricisti, restauratori piuttosto che maestri, periti elettronici piuttosto che hostess… Lì dentro gli studenti sperano li attendano affascinanti e sapienti docenti pronti ad accompagnarli nel loro percorso evolutivo. Si aspettano adulti competenti per imparare a conoscersi e a conoscere Il mondo.