13 maggio 2016
L’Esperta
Dalla pipì a letto agli atti provocanti, attenzone ai segni.
“Il silenzio dura anni perché la prima sensazione del bambino è la vergogna. L’ultima cosa che vuole fare in questi casi è parlare dell’accaduto”. I genitori si chiedono quali siano i segnali per capire, in casi di questo tipo, che qualcosa non va, ma la risposta non è affatto banale. A provare a darla è Paola ScaIari, psicologa e psicoterapeuta specializzata nei problemi dell’adolescenza e nei rapporti genitori-figli.
“L’unica possibilità è leggere i segnali che lanciano i bambini – dice – se si vedono i propri figli cambiare all’improvviso senza una ragione è bene guardarli con attenzione, perché potrebbe essere il loro modo di comunicarci la sofferenza”.
In bambini più piccoli si tratta spesso di manifestazioni corporali (pipi a letto, inappetenza), in bambini in età scolare i segnali cambiano .
“Ci può essere un silenzio prolungato, come per sparire – continua Scalari – diventano apatici, sono disinteressati a tutto. Si sentono in colpa per non aver respinto le ‘avance’.”
L’altro aspetto è se all’improvviso i bambini fanno uso di parole e situazioni non consoni alla loro età.
“Se i bimbi parlano di rapporti orali, ‘pene in erezione’, ‘eiaculazione’, cioè cose che non fanno parte del loro bagaglio esistenziale, questo deve accendere più di un campanello d’allarme – spiega ScaIari – Un segnale è anche quando bambini assumono atteggiamenti sessualizzati o molto provocanti”.
Parole e sguardi, movenze insolite. Passa per tutto questo l’occhio di un genitore e di un educatore.
“Bisogna porsi la domanda – continua la psicologa – per la diagosi ci sono strumenti psicologici molto particolari, che tendono soprattutto ad evitare di suggestionare risposte con cui il bambino voglia compiacere l’adulto, ma racconti l’accaduto”. Ma come è possibile non accorgersi di nulla?
“Purtroppo succede – conclude – è chiaro che nella maggior parte dci casi genitori attenti sono in grado di cogliere questo tipo di disagio, ma non sempre così. Spesso i ‘lupi cattivi’ sono figure familiari o persone alle quali in qualche modo i bambini erano stati affidati. E in quel caso è più complesso. Se c’è un dubbio non tacetelo, andateci a fondo, non accantonatelo”.
A. D’E
