GENTE VENETA n.8 – Febbraio 2017

PRIMO PIANO – A metà anno, e dopo i primi giudizi, per parecchi ragazzi e le loro famiglie è tempo di fatica e conflitto

Scuola, sconfiggere le sconfitte
Crisi, abbandono, devianza: come evitarli e ripartire

Il modo migliore perché un insuccesso scolastico venga risolto? E’ non farne una tragedia.

Il modo migliore perché la scuola diventi importante? Darle importanza, sì, ma non assoluta. Il modo migliore per ripartire e sconfiggere gli insuccessi? Sostenere e cooperare. In questi giorni, in parecchie famiglie si alza il “termometro” della tensione: sono arrivate le pagelle del primo quadrimestre. E a volte sono sgradevoli e dolorose. La prima conseguenza è l’acutizzarsi delle preoccupazioni. A volte anche dei contrasti e dei conflitti aspri. Per comporli e superarli, i consigli della psicologa Paola Scalari.

Gli insuccessi scolastici sono fonte di conflitto in famiglia e aprono la porta alle devianze. Per superarli, dice la psicologa Paola Scalari, i drammi domestici sono inutili.

UN PERICOLO
Tu emargini?
Dietro l’angolo c’è la devianza.

Non si faccia un dramma degli insuccessi scolastici, ma attenti, comunque, alle loro “complicanze”. Perché gestire male i quattro e i cinque in pagella può avere delle conseguenze. Come quella di perdere la retta via e perdersi. E non solo a scuola…
“Un po’ è vero”, conferma la psicologa Scalari: “Il “lavoro” dei ragazzi è andare a scuola, stare con i loro compagni, amare e odiare i propri insegnanti… : questa è la loro vita. Ma se finiscono ai margini di questa vita, devono cercare altre soddisfazioni; e c’è il rischio che le trovino nella devianza”. Si corre cioè il rischio che il loro ragionamento diventi: “Se non sono il più bravo tra i bravi, allora sarò il migliore tra i non bravi e i cattivi”. L’insoddisfazione scolastica, quindi, può favorire la devianza, perché sarà attraverso questa che la ragazza o il ragazzo continueranno a sentirsi importanti.

Aggiunge Paola Scalari: “E’ anche per questa ragione che noi adulti dobbiamo stare molto attenti ai giudizi sferzanti su questi ragazzi, perché una cosa è dire: “Non hai raggiunto le competenze curricolari che ci aspettavamo, puoi studiare di pm, approfondire meglio, organizzarti… “.
Ma altra cosa è dire: “Sei un asino, sei un lavativo, non vali niente, non combinerai mai niente nella vita, di te non mi occupo più perché non mi dai nessuna soddisfazione, mi hai deluso… “. Questi sono giudizi che bisogna astenersi dal dare a chi è nell’età evolutiva, perché sono ferite enormi, che portano i ragazzi a cercare di ripararle attraverso i cattivi comportamenti”.
(G.M.)

“Se i ragazzi finiscono ai margini della scuola, cercheranno altre soddisfazioni; e penseranno: “Se non sono il più bravo tra i bravi, allora sarò il migliore tra i cattivi”

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