Intervista a cura di Laura d’Orsi.

A un certo punto non ci è più visto e mi è partito uno scapaccione. È stato più un gesto dimostrativo, non ho colpito forte. Ma è successo e adesso ho paura di aver rovinato il rapporto con mio figlio. La mamma di Giovanni, 5 anni, ci scrive preoccupata. In effetti tutti gli esperti concordano: alzare le mani sui bambini è sempre sbagliato. Perché la punizione fisica lede la dignità personale, è un gesto di violenza da cui il piccolo non può difendersi e perché dal punto di vista educativo non serve a niente a nulla. Sberle e sculaccioni non insegnano cioè al bambino ad evitare ulteriori capricci in futuro. Resta il fatto che i figli spesso mettono alla prova i genitori e uno scapaccione può scivolare. Ma anche se occasionale, questo gesto andrebbe sempre evitato.


Dottoressa Scalari i figli a volte esasperano. Come evitare di arrivare al punto di intervenire fisicamente?
I bambini per loro natura cercano di ottenere subito quello che vogliono. Non riescono a capire il senso di una rinuncia e si sentono sopraffatti da questo sentimento. Così iniziano a protestare, in un’escalation di capricci che mette a dura prova i genitori. Bisogna intervenire prima che la rabbia cresca a livelli di guardia e faccia perdere il controllo. Altra cosa fondamentale è mostrare convinzione e sicurezza.

Cosa significa?
Vuol dire imporre al piccolo un rifiuto senza sentirsi in colpa. E senza temere che così non voglia più bene ai genitori. Spesso il problema sono gli adulti stessi, che non sanno sostenere un no fino in fondo. Ma in questo modo il bambino non si sente contenuto, continua la sua sfida esasperando i toni e allo stesso tempo prova una sensazione di smarrimento perché è soverchiato egli stesso dalle sue emozioni.

Cercare di farlo ragionare non è la strategia migliore?
Non sempre. I bambini in queste circostanze danno poca importanza al linguaggio verbale. Essere comprensivi non vuol dire spiegare sempre tutto. Talvolta occorre imporre. Ma l’imposizione deve nascere da una convinzione profonda.

Perché può partire lo scapaccione?
Il vero motivo del gesto non è correggere, ma sfogare la rabbia o l’ansia di essere soverchiati dal figlio. Se è un caso isolato non è un dramma ma è comunque un’azione educativa fallita. Su cui occorre riflettere. Chiedendosi magari perché il bambino è così esasperante: spesso dietro una sfilza di capricci c’è il desiderio di essere guardato, con attenzione.

Come comportarsi dopo?
Chiedere scusa non serve. Meglio prendersi del tempo e aspettare che il bambino si tranquillizzi e si riavvicini, continuando a guardarlo, facendo sentire la propria presenza e attenzione. È il momento giusto per riconciliarsi e ristabilire un contatto, anche fisico. L’importante è ritrovare la calma, perché così si trasmette sicurezza al piccolo. E non farsi travolgere dal senso di colpa ma piuttosto trasformarlo in senso di responsabilità: alzare le mani sui bambini lascia sempre un segno nella loro mente e quindi nel loro futuro. Occorre pensare a questo ogni volta che si rischia di perdere il controllo.

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