Intervista a cura di Laura d’Orsi.
Una mamma scrive:
Il mio bambino di cinque anni ha iniziato ad avere paure strane: teme che sotto il letto ci sia una tigre feroce, si addormenta solo con la luce accesa, di sera va in bagno solo se è accompagnato. Non è cambiato niente nella sua routine quotidiana. Perché fa così?
Dottoressa Scalari, da dove nasce la paura?
La paura è un sentimento inevitabile che tutti i bambini provano. Secondo gli psicologi, questa emozione ha origine dal senso di dipendenza assoluta che il neonato prova all’inizio nei confronti della mamma, e poi in generale degli adulti che si occupano di lui. Il piccolo cioè si rende conto che non può dominare il mondo e che la soddisfazione dei suoi bisogni (come la fame, il voler essere cambiato o coccolato) è soggetta a qualcun altro. E questo lo fa sentire vulnerabile e in preda alla paura di non poter appagare le sue esigenze.
In seguito come evolvono le paure?
Quando il bambino cresce questo timore si trasforma nelle cosiddette paure sintomatiche: la paura del buio, dei cani, dei mostri, dei rumori forti e via dicendo. Dietro a queste manifestazioni si possono nascondere, oltre al timore di crescere, anche istinti e pulsioni aggressive che i bambini fanno fatica a dominare. Si tratta di sentimenti che provano anche nei confronti dei genitori, e poiché sono inaccettabili e insopportabili, vengono trasferiti su un altro oggetto. È insomma un espediente che permette loro di affrontare meglio le emozioni negative.
Qual è il modo giusto per affrontare le paure dei bambini?
Innanzitutto, ascoltarle, senza sminuirle o peggio con un atteggiamento derisorio. Se un bambino ha paura, ci sono sempre dei motivi, anche se i grandi non li capiscono. La strategia migliore è aiutare il piccolo ad esprimere a parole o in altri modi il sentimento che prova e affrontarlo insieme. Per esempio così: “Hai paura del mostro? Deve essere proprio brutto, disegniamolo insieme e poi lo distruggiamo”. Un altro modo è inventare un piccolo rituale scaccia-mostri da mettere in scena la sera prima di andare a letto o leggere una fiaba che tratti l’argomento. Spesso il linguaggio della fantasia può arrivare laddove le parole razionali non riescono. Solo se il bambino è già grandicello si potrà cercare di farlo ragionare di più. E magari raccontargli di quando anche il papà da piccolo aveva paura di quella cosa, ma poi è cresciuto ed è tutto passato.
Quando bisogna preoccuparsi?
Solo quando la situazione nel tempo non si modifica e le paure diventano sempre di più e più grandi, allora ci si deve rivolgere ad un esperto. È importante anche riflettere se il bambino non stia in qualche modo soffrendo una situazione di tensione in casa. E se magari i genitori stessi non siano troppo apprensivi nei suoi confronti. Eccessive raccomandazioni, il vedere pericoli dappertutto non aiutano il bambino a percepire il mondo come un luogo accogliente in cui stare.