A.S. – Servizi che generano un surplus di pensiero dentro la città

Uscire dai confini tra servizi e professioni

Quando si trovano ad allontanare un minore da casa, gli operatori a volte non riescono a dividere il peso di questa travagliata scelta né con i colleghi né con la comunità sociale. Forse perché spaventati dall’immagine di «ladri di bambini» circolante nell’immaginario collettivo. Forse perché invasi da emozioni negative difficili da condividere. Eppure è cruciale stringere il vincolo tra operatori e professioni, costruire convergenze di visioni non solo nel servizio ma nella rete operativa, mettere in circolo il sapere nella comunità sociale.

“L’oggettività è una illusione che pretende di non essere un’illusione.
Più in particolare è l’illusione dei soggetti riguardo al fatto che l’osservazione si può fare senza di loro.”
(Von Foerster)

L’Unità operativa progettuale è un piccolo gruppo di operatori disponibili a ritrovarsi per interrogarsi sulle vicissitudini di un nucleo familiare che si trova vicino allo sfacelo. All’interno dello spazio-laboratorio ci si incontra allora per analizzare quando si vede accadere in alcune famiglie disastrate e per valutare il prezzo che i figli pagano a causa delle irreparabili mancanze delle loro madri e dei loro padri.
Il gruppo coordinato permette agli opera- tori di rimanere vicini al dolore violento e inarrestabile che prorompe da queste realtà, impedisce che qualcuno fugga spaventato, aiuta tutti a condividere la frustrazione intollerabile affinché ognuno possa fronteggiarla e pensarla. La singolarità del gruppo di lavoro sta nel suo spirito di solidarietà che stempera il vissuto personale di ogni operatore mettendo in circolo amarezze e paure, impotenze e limiti.
La UOP, proprio per poter svolgere questa sua funzione di cogliere, svelare e farsi trapassare da questi tristi vissuti, prevede un percorso che è differente non solo da quello attuato in équipe, ma anche da quello realizzato con i responsabili del servizio e con i supervisori. Uno stesso caso può così essere visto in ambiti differenti e con obiettivi diversificati.
La peculiarità della UOP è quella di erigersi come Genius loci istituzionale. È infatti per porsi a guardia dei bambini portati via dalle loro famiglie che si costituisce in un gruppo stabile il quale, ogni volta se ne presenti la necessità, si incontra con la rete operativa mobile che si sta occupando di un minore abbandonato a se stesso e dei suoi sventurati genitori. La specificità dello spazio-laboratorio sta nella sua predisposizione a cercare di dar vita a un intreccio relazionale capace di indagare sofferenze e disperazioni, drammi e disfatte.

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