In gruppo per ricomporre l’esperienza

da “Il bambino in pezzi”

Il figlio di genitori incompetenti è come un tassello di un caleidoscopio usato dalle mamme fragili e dai papà smarriti che viene posizionato qua e là senza coerenza, senso e progettualità. Nell’esercizio delle loro funzioni i genitori lo spostano mentalmente nel passato e nel presente, abbagliati da una miriade di composizioni possibili a seconda di ciò che gli collocano accanto.

Mamme e papà credono poi nei diversi arabeschi che hanno formato poiché li vedono grazie alla magia del caleidoscopio che hanno in mano o meglio in mente. Non si convincono allora facilmente che ciò che affermano è dovuto alle loro momentanee visioni dei fatti e non alla verità assoluta di questi. La fine di questo gioco diventa allora spaventosa poiché il sistema di protezione sottrae al genitore i figli come soggetti privilegiati di questo schermo proiettivo dove creare illusoriamente la propria incontestabile verità. Madri e padri espropriati di questa sicurezza disperdono ovunque i tasselli di Sé che non sanno più come tenere uniti. Il vuoto lasciato dal mancato uso para eccitatorio dei bambini risucchia mamme e papà che, come astronauti nel cosmo, si sentono privati della consistenza soggettiva. I genitori problematici, espropriati dalla possibilità di usare il figlio, si sentono spogliati di ogni peso specifico e girano a vuoto senza combinare nulla. A questo punto ogni persona che entra nella loro orbita diviene il soggetto su cui proiettare i vetrini del caleidoscopio infranto sotto l’urto della sottrazione di potere nei confronti del figlio.

Link alla scheda del Libro “Il bambino in pezzi”

 

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