Educazione ed Apprendimento

Nella prima metà degli anni Settanta è l’incontro umano e culturale con Francesco Berto, che all’epoca operava nel campo dell’insegnamento, che mi induce a riflettere su come aiutare le nuove generazioni ad “imparare con piacere” e “crescere con impegno”, in modo da impedire ai giovani di scendere la china che porta verso la confusione mentale. Ignorare è preludio all’ammalarsi.

Non saper imparare, di conseguenza, implica una stereotipia che produce sofferenza mentale. Trasmettere conoscenza diventa perciò cruciale per combattere “l’alienazione sociale” come dice Bleger, dovuta ad un insegnamento “disumano e disumanizzante”.
Fu attorno alle domande sui bisogni emotivi del puer che il mio incontro con Bleger divenne quindi un sodalizio indissolubile coniugandosi, in seguito, con il pensiero di Luigi Pagliarani che, attorno al 1993, confermò il metodo di lavoro che avevo messo a punto – assieme a Berto – per favorire l’evoluzione dei bambini.
Gli scritti di Bleger, pur stilati negli anni Sessanta, aiutano tuttora a dare senso alle definizioni di prevenzione, incremento del benessere, sviluppo dell’agio, cioè alle parole educazione ed apprendimento che purtroppo vengono usate ancor oggi con grande faciloneria.

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