“Carissimo insegnante, mi hai chiesto di aiutarti a capire il malessere, cioè il disordine mentale e l’inquietudine emotiva, che circolano nella tua classe. Ci provo”.
Comincia così una lettera densa, profonda, sconvolgente e appassionata che Francesco Berto, il maestro Berto, scrisse nel 2010.
Una lettera all’insegnante, non agli insegnanti, perché ognuno e ognuna la sentisse e facesse sua.
Non è una lettere di indicazioni e protocolli da seguire.
Non parla di obiettivi ma come stare nella relazione educativa ognuno affrontando l’avventura del crescere, che è sempre una sfida, perché crescere è cambiare e il cambiamento è tensione per gli alunni, gli insegnanti, i genitori.
“Comincio subito con il deluderti, aggiunge il maestro Berto, poiché il disagio dei bambini e dei ragazzi non si può né eliminare né cancellare né tanto meno togliere. E lo sai il perché?
Perché il disordine mentale che pervade i comportamenti aggressivi e provocatori degli alunni fa parte integrante del loro percorso di crescita. Perché l’inquietudine emotiva che percepisci in ogni allievo è collegata alla sua fatica di diventare grande.
La crescita è dura, ma è anche affascinante.
È una responsabilità che può impaurirti e turbarti, ma l’educare è pieno di preoccupazioni che servono per potersi occupare dell’altro. Se hai scelto questo mestiere, adesso non puoi sottrarti allo sforzo che esso richiede.
Metti allora l’ascolto al posto del giudizio. Metti cioè la comprensione al posto della colpevolizzazione. Il disagio è allora creato dai contesti emotivi nei quali è immerso ogni ragazzo. Ma le relazioni, se creano disagio, sono anche quelle che possono curarlo”.
Offriamo la lettera a ogni insegnante e ad ogni adulto vicino alla crescita dei bambini, in questo anno in cui emozioni forti come la paura, la preoccupazione generano inquietudini emotive forti e possono spaventarci al punto da distoglierci dall’aiutare i bambini e le bambine a crescere bene.