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Commenti

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    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

Come aiutare i figli ad amare la lettura

Nerina Vretenar
Armando Editore, Roma, 2003
costo Euro 7,00

Leggere aiuta i bambini e i ragazzi a crescere. Li aiuta cioè a vincere le loro paure, i loro timore, le loro ambasce. Li accompagna dunque ad avventurarsi nella scoperta del mondo con maggiori risorse per decifrarlo. Questa è il filo narrativo dell'ultimo volume della collana Quaderni per Crescere che si rivolge ai genitori e a gli educatori con l'intenzione di accompagnarli nel loro delicato compito di aiutare i piccoli a sviluppare la loro specifica identità. Ognuno dei quattordici quaderni già usciti, un po' come i sassolini di Pollicino, fa fare un passo nella direzione che porta alla scoperta su come aiutare i piccoli a sviluppare la loro identità. Questo ultimo nato, che parla dell'importanza della lettura nell'infanzia e nell'adolescenza, quasi chi lo ha scritto si volesse scusare di farsi leggere, è un testo tanto delicato quanto intenso per le emozioni che sa suscitare.
Certo l'Autrice conosce bene la difficoltà che hanno i piccoli lettori di oggi, ma conosce altrettanto bene il piacere che procura a grandi e piccini una buona lettura. E così, di pagina in pagina, accompagna colui che sta leggendo il suo libro alla scoperta di come godere di questo compagno speciale che non lascia mai soli. E il testo, di scena in scena, insegna come trasmettere alle nuove generazioni il gusto della lettura. Senza fretta. Con naturalità. Affettivamente.
Leggere diviene così un gioco relazionale che parte dal racconto orale per arrivare al piacere di donare al bambino la capacità di decifrare, da solo, i segni impressi sulla carta.
Nel volume si intrecciano storie di vita quotidiana vissute a casa e a scuola mostrando ciascuna, in una preziosa filigrana, come comportarsi per appassionare i bambini alla lettura.
Le storie relazionali tra genitori e figli e tra educatori e piccini diventano così piccole - parabole - che aiutano ad assorbire un modello pedagogico senza affermarlo, senza sbandierarlo, senza imporlo.
Ed è quindi con estrema semplicità che scopriamo i piccini capaci di leggere fin dalla più tenerissima età proprio perché mamma li ha stimolati raccontando loro la vita.
Ed è con sorprendente naturalezza che incontriamo i bimbi appassionarsi alle storie che stanno racchiuse tra le pagine di un libro perché gli adulti gliele hanno fatte scoprire.
Ed è con simpatica condivisione che vediamo i preadolescenti giocare la loro sfida evolutiva tra amore ed odio per la lettura perché i genitori hanno saputo aspettare.
E tutti questi bimbi accompagnati con passione, sostenuti con intelligenza ed invitati con rispetto arrivano a godere di questo - oggetto magico - che trasforma il segno in immaginazione, la parola in fantasia, le vicende narrate in libertà di andare dove si vuole e quando si vuole con la mente.
Il libro apre così le porte ai tanti mondi possibili.
Ma per approdare a questa libertà, ci spiega l'Autrice, è necessario un lungo percorso compiuto con accanto degli adulti che sappiano usare il libro per condividere con il bambino momenti preziosi della realtà quotidiana.
Una lettura per consolare, una lettura per addormentare, una lettura per giocare, una lettura per facilitare l'autonomia, una lettura per imparare a scegliere. E saper decidere è una abilità maturante. Per questo il libro viene contrapposto all'abitudine passiva dell'usufruire della Tv. Questa ultima, infatti, rende i bambini inattivi tanto quanto invece la lettura li rende soggetti che partecipano alla costruzione delle storie che raccontano la vita.
E seguendo questo filo l'Autrice ci fa approdare, nella terza parte del libro, all'incontro con Roberto Denti, noto libraio milanese, che ha saputo mettere a disposizione dei piccoli un interessante - casa dei libri - dove ogni piccolo, avendo a disposizione più di 16.000 titoli, può guardare, toccare, curiosare i volumi e poi decidere i testi che vuole acquistare.
Nerina Vretenar intervista Roberto Denti, autore per l'infanzia, sul senso della lettura dalla fiaba alla romanzo. Ma i due sembrano immediatamente più intenti a conversare tra loro che la prima a porre domande e il secondo a dare risposte. Essi ci raccontano quindi di un incontro tra loro vissuto tra i libri e sui libri. Ed è nell'intensità emotiva con cui condividono l'importanza del dare voce ai segni scritti che si uniscono, si confrontano, si narrano. Tra i tanti argomenti troviamo l'importanza del leggere ad alta voce ai bimbi per appassionarli al libro, il tenere a bada i modelli prestazionistici impressi dalla scuola per non saturare il senso della lettura, il trovare come adulti il gusto di comperare libri per essere d'esempio ai piccoli.
Il testo si conclude con undici suggerimenti pratici. Ognuno è un pezzetto di strada che ogni adulto è chiamato a compiere per trasmettere ai bambini e ai ragazzi la possibilità di utilizzare l'insostituibile strumento dato dalla lettura. Adesso non rimane che vincere ritrosie e pigrizie e leggere il testo.

Paola Scalari

 

Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.