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  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
    Siamo messi male
    Oh come mi... Venerdì, 05 Dicembre 2014
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    Perchè stupirci?
    E' un problema quello... Domenica, 24 Novembre 2013
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    Speranza
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    Chi è Educatore ha espresso... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Domenico ha scritto Altro
    Ragazze Invisibili
    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
  • Michela ha scritto Altro
    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

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Maternità e Sesso

Studio psicoanalitico e psicosomatico

Marie Langer

 

 

 

 

 

 

Maternità e sesso, uscito nel 1951 in Argentina, è stato il primo testo di Marie Langer ad essere pubblicato in Italia nel 1981 e si colloca all’interno della lunga ricerca che le psicoanaliste don- ne hanno intrapreso per rispondere alla domanda di Freud che abbiamo messo in esergo. Se il merito di Freud è stato quello di intraprendere questa ricerca, è anche vero che le conclusioni a cui egli giunge, ci appaiono oggi alquanto riduttive. In fondo, come la stessa Langer ricorda, egli riduce la donna a un uomo castrato, auspicando che siano le colleghe donne a dire la parola ulteriore in un campo in cui egli riconosceva i suoi limiti.
Nella sua autobiografia1, Langer dedica il testo “... a tutte queste giovani donne2, e non solo a loro...”, con le quali ha continuato il suo dialogo serrato sulla psicoanalisi del femminile ed è proprio grazie ad una di queste, Maria Elena Petrilli, che Marie Langer e il suo pensiero sono approdati in Italia. È stata Petrilli, giovane psicoterapeuta, allieva ed amica di Langer in Argentina, a mettere in collegamento Langer con Basaglia e ad iniziare un confronto che vedeva la nostra autrice argentina arrivare quasi annualmente dal Messico a Venezia, a casa di Petrilli, per tessere i suoi rapporti con l’Italia e con l’Europa.
Questo dialogo serrato è alla base della traduzione di Gilberto Sacer- doti di Maternità e sesso e della sua prima pubblicazione in Italia, intro- dotto da un’intervista all’autrice fatta proprio da Maria Elena Petrilli.

 

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Il Banco Vuoto

Scuola e leggi razziali, Venezia 1938-45.

Maria Teresa Sega

 

Nuova edizione, Verona, 2019

 

 

 

 

Che cosa si prova ad essere 'diversi'? Additati per strada, dileggiati con sputi ed insulti? (pag 11)

Un libro corale. Un testo nel quale le voci di tanti bambini creano una intensa trama emotiva. Un elegante volume che ci permette di ascoltare il racconto di quel lontano passato dove, un giorno qualsiasi, gli alunni ebrei furono scacciati da scuola.

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Il Tappeto Afghano

Gholam Najafi 

 

Là fuori
al di là delle idee di falso e giusto
c'è un vasto campo:
come vorrei incontrarvi là.

Quando colui che cerca raggiunge
quel campo
si stende e si rilassa:
là non esiste credere o non credere.
(Rumi)

 

 

Siamo in Afghanistan, terra martoriata da troppe guerre. Alloggiamo tra i monti e nelle contrade di questo splendido Paese. Leggendo il testo, non essendo mai stata in Afghanistan, me lo sono immaginato simile all'Iran, ai villaggi che lì ho visitato, ma ancora più brullo, impervio e con piccolissimi agglomerati di case di fango o poco più.
Qualcosa che a noi occidentali fa incantare.

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oltrelacrisiCambiamenti possibili nei servizi sociosanitari
Franca Olivetti Manoukian
Guerini editore 2015

 

 

 

 

Quando i punti d'appoggio della vita psichica s'incrinano, insieme alle civilizzazioni e le culture che la sostengono, per vivere è necessario sperare ragionevolmente nelle nostre capacità creative. (Renè Kaes)

Nella copertina di Oltre la crisi colpisce subito il sottotitolo “Cambiamenti possibili nei servizi”. Crea una scordatura, come direbbe Renè Kaes, avvertire questa voce dissonante nell'insieme di lamentele, disperazioni e rassegnazioni che vengono proclamate dagli operatori dei servizi sociali e sociosanitari. Nessuno pare credere che un cambiamento sia possibile. Il coro che proviene, monotono ed incessante, da chi opera all'interno delle istituzioni sociali ha un unica cupa nota che è ferma sulla tonalità della stanchezza sfiduciata.

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Incontri

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.