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Commenti

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    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
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    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

carilibri-pistolato

Monique Pistolato
Cari libri. La lettura condivisa come laboratorio di umanità
Ed. Paoline, 2014.

 

Cari libri, un succedersi di acquarelli narrativi per chi ama le parole. Le pagine di questo libro sono offerte con grande cura, attenzione e professionalità. L'Autrice racconta infatti scenari dove si vanno formando dei gruppi che si incontrano per una lettura comune. Li descrive con una certosina leggerezza accarezzando i nostri sensi mentre le frasi, le metafore, le citazioni entrano nella nostra mente.

Le narrazioni di Pistolato hanno sapore, consistenza, densità. Sono parole che evocano cercando, con grande rispetto di dare spazio all'immaginazione, al sogno, all'onirico. Pagine che parlano all'anima, all'inconscio, al mondo degli affetti.

Cari libri è dunque un testo che ci restituisce la nostra dignità di lettori trasognanti. Qualsiasi sia il tipo di lettore che noi siamo. Leggere è arricchire la propria vita, leggere è vita. Mentre si "divorano" le pagine composte da Monique Pistolato come un menù saporito e mai saziante, viene voglia di sedersi nel cerchio dove uomini e donne di ogni età e ceto condividono l'amore per la narrazione. Nasce dunque il desiderio di raccontare il motivo per cui si è letto, si legge e si spera si leggerà. Ecco il salto di qualità di noi lettori solitari. Vogliamo sederci nel cerchio per raccontare i momenti bui dove un libro ci ha consolato, i momenti spensierati dove la lettura ci ha fatto evadere, i momenti dolorosi dove solo lei - in notti insonni - ci ha tenuto compagnia...

Pistolato ci fa vedere il fascino del condividere questa passione. E la lettura diventa confronto umano così come ci aveva annunciato il sottotitolo, ma anche legame sociale ed intervento politico inteso nel più alto dei suoi significati. Una rivoluzione di senso che parte da piccoli, ma sapienti gesti. Rendere accogliente l'ambiente dove avviene l'incontro, tenere conto dei bisogni e dei desideri di tutti i partecipanti, mettere a disposizione il proprio sapere sui gruppi per far discutere tutti i membri e renderli via via appartenenti all'esperienza.

Il libro scelto per una lettura condivisa, così come direbbe lo psicoanalista argentino Josè Bleger, citato più volte da Pistolato come autore di riferimento per fondare la cornice dell'incontro, diventa "emergente" di quel gruppo. Esce dunque dal cilindro magico del Laboratorio come storia da consumare assieme. Storia prescelta perché proveniente dal profondo dell'animo umano e dal sentire comune dei partecipanti e del coordinatore. Nel campo relazionale del Laboratorio d'umanità si fa strada la necessità, prima silente, del bisogno di quella storia, proprio di quella e di nessun altra.

Le storie dunque curano l'animo umano perché offrono scenari onirici dove appropriarsi, conoscere e compartecipare alle vicende di tanti personaggi trovando in questo modo narrazioni per parlare di angoli oscuri della propria mente. Senza storie non esistiamo, ma senza storie narrate non sapremmo come raccontarci.

Pistolato ci permette di condividere qualche passaggio del percorso da lei compiuto da giovane lettrice ad abile scrittrice. Credo sia un invito a ricostruire anche in noi lettori di Cari Libri il nostro percorso di alfabetizzazione emotiva attraverso i testi che più abbiamo amato.

Alla fine della prima parte un prezioso aiuto a chi volesse riproporre dei Laboratori di lettura che sappiano reggere all'urto affettivo che in ogni gruppo divampa e rischia di bruciare l'esperienza se non è accompagnato, sia istituzionalmente sia operativamente, da persone competenti ed appassionate. Le schede operative e la ricca bibliografia sono dunque un prezioso materiale per chiunque voglia proporre un Laboratorio di lettura condivisa. Per sognare, per amare, per vivere.

Paola Scalari

 

Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.