L'arte di negoziare con i figli
di Giuseppe Maiolo e Giuliana Franchini
Edizioni Erickson, 2015
Giuseppe Maiolo e Giuliana Franchini ci hanno abituati a libri chiari ed onesti. L'arte di negoziare con i figli rientra in questa tradizione offrendo, in contemporanea, brevi assaggi delle loro capacità narrative e approfondite disamine del tema che esplicitano nel sottotitolo dal genitore “bancomat” al genitore competente.
Gli Autori ci offrono infatti un testo semplice e nello stesso tempo completo. È semplice il leggerlo perché la scrittura fila via liscia agevolando il lettore. È completo il loro argomentare perché raccoglie i passaggi della trasformazione del ruolo genitoriale dimostrando come, oggi, esercitare le funzioni educative richieda nuove competenze. Ed è su queste abilità delle madri e dei padri che poi il testo si sofferma.
Ogni capitolo analizza in modo esauriente la motivazione che dovrebbe sostenere un genitore sufficientemente buono, come loro stessi dicono richiamando la famosa definizione di Donald Winnicott, ad accettare le sfide che i figli pongono. In questa rassegna di atteggiamenti, volti a far crescere i figli, compito complesso come ci ricordano gli Autori, sono particolarmente interessanti gli snodi tra vecchie modalità relazionali improntate ad una desueta autorevolezza e nuove prospettive affettive volte a considerare il figlio una persona che, seppur ancora bisognosa di guida per lasciare l'onnipotenza e le spinte pulsionali, va trattata con dignità. Il senso di rispetto per il bambino e il ragazzo traspare quindi in ogni indicazione che Maiolo e Franchini suggeriscono ai genitori. Ma è un rispetto che vorrebbero poter mantenere anche verso gli adulti a cui parlano. È quasi con pudore perciò che offrono spunti per impartire regole, imporre limiti, determinare strategie. In quanto psicoterapeuti sono infatti consapevoli che indicando azioni e comportamenti adeguati mettono contemporaneamente in rilievo le difficoltà degli adulti che oggi si curano dell'educazione dei più piccoli. E a questi adulti vuoti, confusi, chiusi e persino alle volte violenti vorrebbero proporre appigli al fine di renderli più coerenti e capaci. Nel farlo quindi declinano atteggiamenti e azioni che potrebbero trasformare le capacità educative di chi si sente impotente di fronte all'irruenza dei ragazzi. Contemporaneamente però tengono conto di come gli strumenti proposti siano estremamente sofisticati. La capacità di ascolto, la possibilità di stabilire un contatto empatico, la voglia di dialogo e il bisogno, più volte richiamato, di accettare lo scontro infatti richiedono una maturità emotiva che gli Autori si auspicano, ma che sanno essere davvero rara. Il libro perciò contribuisce a scovarla nell'animo di ognuno, sollecita la ricerca personale dell'ingrediente che credo rappresenti l'elemento base del loro discorso: la pazienza.
Nella metafora che utilizzano per far comprendere il significato della negoziazione infatti richiamano il mercanteggiare del baratto, trasformatosi in arte di contrattare il costo di qualsiasi oggetto, tipico del mondo arabo. Quel fare e rifare il prezzo fino a determinarne uno conveniente per chi vende e per chi acquista richiede un dedicarsi pazientemente all'impresa.
Potrà un mondo dell'ipermercato dove tutto si prende senza nessuna relazione affascinare i lettori inducendoli a ritrovare il piacere dello stare con i figli, del sostare sui loro problemi, del giocare con le loro richieste?
Gli Autori lo auspicano, credono e sostengono. E noi con loro perché compaia all'orizzonte una nuova generazione di genitori che si appassionino all'arte dell'educare.
Paola Scalari, psicosocioanalista e psicoterapeuta
Francesco Berto, scrittore e formatore
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