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Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
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Quale posto occupano i genitori?

Questo libro, di scorrevole lettura, è in grado di fornire al lettore un'immagine chiara delle dinamiche che intercorrono tra fratelli, dei sentimenti di gioia, condivisione e solidarietà, ma anche degli aspetti maggiormente legati alla sofferenza per l'invidia, la competizione e la rabbia. Questi sentimenti non vengono visti però in una luce negativa, ma come normali sentimenti legati allo sviluppo emotivo di un individuo che, se capiti ed elaborati, possono diventare una "palestra per imparare a sopportare la frustrazione dei propri desideri e per accettare di dover investire tempo, impegno e tenacia in ogni conquista."

Grazie ai numerosi esempi ed al linguaggio semplice, chiaro e diretto, il lettore viene risucchiato all'interno delle storie, viene reso partecipe dei fatti raccontati e può divenirne protagonista grazie alle diverse emozioni, sensazioni e ricordi che gli si accendono nella mente, rispetto alla sua esperienza come figlio, fratello e genitore.

Il libro tratta principalmente dei diversi tipi di relazione che si instaurano tra fratelli, ma non viene mai dimenticato il punto di vista dei genitori. Infatti troviamo delle considerazioni rispetto al desiderio di avere dei figli, alle fantasie e aspettative ad esso collegato, fino alle possibili risposte alle diverse domande che un genitore si pone da sempre: "E adesso che faccio?". L'importanza dell'atteggiamento dei genitori nei confronti delle relazioni che si creano all'interno della famiglia, i collegamenti trans generazionali sul modo in cui anche mamma e papà sono stati a loro volta figli e fratelli, la capacità o meno di affrontare e risolvere i conflitti famigliari, rappresentano gli aspetti centrali su cui gli autori vogliono farci riflettere. Infatti "se tutta la famiglia si sente sempre e comunque coinvolta dal conflitto che ora l'uno, ora l'altro dei suoi componenti esprime, anche i sentimenti tra fratelli possono essere letti, compresi, analizzati nella complessità dei vincoli tra tutti i diversi componenti il gruppo famigliare".

Nello scorrere delle pagine gli autori mostrano quella sensibilità propria di chi ha molta esperienza, di chi ama il lavoro che svolge e si interessa alle persone che hanno di fronte. Non sono mai critici e giudicanti, ma si impegnano ad analizzare, di volta in volta, le diverse situazioni aiutandoci a capire il senso di quello che accade e cosa ha portato a sviluppare quel particolare tipo di relazione o dinamica famigliare.

Questo libro diviene una finestra su un mondo in cui tutti sono immersi, è in grado di risvegliare emozioni, ricordi e far rivivere sotto una luce nuova, diversa, esperienze vissute, aiutandoci a diventare più consapevoli rispetto a quello che ci accade all'interno della famiglia. Attraverso diverse forme narrative, racconti, esempi, disegni e stralci di conversazioni e pensieri, gli autori ci conducono attraverso scenari diversi di richieste di aiuto e bisogni legati ai vari componenti famigliari, non dimenticandone mai nessuno.

L'ultima parte del libro, scritta sotto forma di intervista prima e di suggerimenti poi, è utile per chiarire ed approfondire tutte le tematiche esposte precedentemente. Questi capitoli del libro sembrano fungere allo stesso tempo da parte conclusiva e riassuntiva e da approfondimento e chiarimento degli argomenti trattati.

Concluderei citando un passo dell'intervista ad Armando Bauleo: "Mi viene da pensare ai lettori che leggeranno queste righe. Esse saranno uguali per tutti quelli che avranno la pazienza di scorrerle e di soffermarsi un poco a rifletterci. Eppure sono certo che per ognuno esse comporteranno una risposta diversa, un modo di reagire differente, cioè un'esperienza diversificata rispetto a quella di altri lettori. È così anche nella vita. Quasi mai le stesse cose assumono il medesimo significato per persone che sono inevitabilmente diverse". Questo libro quindi, attraverso tutte le sue pagine, continua sempre a far sentire il lettore importante, unico nel proprio sentire, senza dare mai per scontato nessun sentimento, che sia gioia, dolore, serenità, rabbia, invidia, competizione, intimità. È in grado di farci intravedere una via d'uscita dalla dimensione di impotenza rispetto a quello che ci accade in famiglia, restituendoci la nostra individualità e, attraverso la consapevolezza, ci permette di riassumerci la responsabilità dandoci la speranza di cambiare situazioni dolorose.

 

Carla Martinez Pozzoni

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.