Recensione a cura di Simona Loliva
ESSERE FRATELLI.
Scontri e incontri.
Quale posto occupano i genitori?
Di Francesco Berto e Paola Scalari. Edizioni Armando – 2002
Molti sono i libri scritti negli ultimi anni che offrono considerazioni e consigli ai genitori che vogliono affrontare i problemi che si presentano con la nascita di un fratello o di una sorella. Spesso infatti i genitori sono disorientati e preoccupati dalle reazioni di rabbia e di gelosia tra fratelli e si chiedono "Che fare?".
Questo breve e prezioso libro sa intercettare con attenzione e sensibilità le domande dei genitori offrendo al tempo stesso un approccio completamente nuovo: non dispensa facili consigli o ricette preconfezionate, bensì, nello scorrere lieve delle pagine, invita il lettore ad esplorare senza paura e pregiudizi tutte le complesse emozioni che i fratelli vivono tra di loro e ad essere più consapevole del ruolo che il genitore occupa all'interno di queste dinamiche.
Non è dunque il solito saggio, ma è un incontro vibrante e commovente quello che il lettore realizza nello scorrere delle righe: un incontro con madri, padri, fratelli e sorelle le cui esperienze vengono raccontate con tale semplicità e vividezza che in esse ognuno può ritrovare tracce della propria esperienza come figlio, fratello e genitore. Berto e Scalari, infatti, hanno una capacità non comune di rendere "vive" le vicende che hanno incontrato nella loro lunga esperienza di consulenti genitoriali; attraverso di esse i lettori sono condotti per mano a riappropriarsi dei propri ricordi, a riattraversare le proprie sensazioni ed emozioni affinché, diventandone più consapevoli, essi diventino una bussola preziosa nel dare risposta ai tanti interrogativi che si accendono di fronte ai conflitti in famiglia. Quando nasce un fratello, nel gruppo familiare infatti si moltiplicano le dinamiche conflittuali, ma la vita di mamma, papà e bambini si arricchiscono anche di nuove relazioni e della possibilità di crescere nella capacità di amare.
Il libro innanzitutto esplora con cura la ricca gamma di emozioni che circolano tra fratelli e che oscilla tra odio e amore, tra cercarsi e fuggirsi. Nelle parole dei bambini, riportate fedelmente dagli autori, e nei loro disegni si riconoscono sentimenti di tenera complicità, di solidarietà e di gioia condivisa accanto a molte emozioni dolorose, prepotenti, a volte anche violente come l'inevitabile rivalità, la gelosia divorante, l'inesauribile invidia, la delusione cocente, la rabbia bruciante, l'amara malinconia. Davide, ad esempio dice alla mamma che tiene in braccio il fratello neonato con cui aveva immaginato di giocare e fare tante cose belle: "Quello lì non è proprio capace di fare niente. Non sa mangiare, non sa camminare, non sa giocare, è senza denti, si fa tutto addosso. Che me ne faccio? Cosa aspetti, mamma, a gettarlo via?". Sono sentimenti forti e dolorosi che nascono naturalmente nel percorso evolutivo di un individuo ma che, se vengono accolti, capiti ed attraversati con l'aiuto amorevole di mamma e papà, diventano per ciascun figlio uno straordinario dono di maturazione, una "palestra per imparare a sopportare la frustrazione dei propri desideri e per accettare di dover investire tempo, impegno e tenacia in ogni conquista". Se invece questi sentimenti non vengono accolti, ma anzi, negati e mistificati, si ingigantiscono e divengono distruttivi.
Ma che posto occupano i genitori?
A questo interrogativo nel testo viene offerto largo spazio fin dal titolo: se, infatti, spesso i genitori tendono a liquidare i litigi tra fratelli come problemi che riguardano solo i figli, Berto e Scalari insistono nell'evidenziare che la conflittualità, spesso esasperata, che i figli esprimono tra di loro è strettamente connessa al modo in cui mamma e papà distribuiscono attenzioni, cure e amore in famiglia. Aiutare i genitori a domandarsi quale posto essi occupano negli scontri tra fratelli, fa sì che il richiamo ad un affetto esclusivo che i figli inviano ai genitori tramite tali scontri possa finalmente essere accolto ed elaborato e che interminabili diatribe possano evolvere e risolversi. Sebbene, infatti, spesso i genitori dicano a se stessi prima che ai figli, di amarli nello stesso identico modo, gli autori aiutano a comprendere che la verità affettiva è un'altra: le caratteristiche personali del bambino, il momento in cui è nato nella famiglia, la sua capacità di corrispondere alle aspettative genitoriali, gli inevitabili intrecci trans-generazionali per cui ogni genitore è portato a rivedere nei figli tracce delle proprie esperienze infantili come figli e come fratelli, fanno sì che "ogni figlio occupi un posto diverso negli affetti di mamma e di papà. Questo avviene sia che il genitore se lo dica, sia che non lo ammetta. Anzi, quanto più ne è inconsapevole, e perciò nega e disconosce questa verità, tanto più agisce, senza rendersene conto, differenti modalità di rapporto con i figli." Là dove invece i genitori sono in grado di ammettere ed accettare le differenze che caratterizzano i loro figli e i diversi bisogni che ogni figlio esprime, possono permettere ad ogni figlio di sentirsi accettato, amato e compreso nella sua originalità e di integrare le differenze e le somiglianze con i fratelli in un'immagine di sé più autentica e matura.
Anche questa volta, dunque, il libro di Berto e Scalari non tradisce le aspettative: è un'occasione preziosa per entrare in ascolto di tutta l'ampia gamma di tonalità affettive che contraddistinguono la condizione umana. Ogni genitore può imparare da questo libro la delicatezza di un ascolto attento e rispettoso che non trascura di accettare, di esplorare e di accompagnare anche le emozioni più faticose del mondo emotivo di un bambino. Anche di quel bambino che ogni mamma e papà è stato.
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