Luglio 2016
Daniela Cassago
L’ultimo trentennio si è caratterizzato per un evidente incremento di separazioni e divorzi: la famiglia nucleare tradizionale sembra divenire “atipica” rispetto al variegato ricostituirsi di famiglie ricomposte dopo il divorzio.
Ciò pone i genitori di fronte a nuove sfide che non sempre possono essere affrontate senza la ricerca di nuovi strumenti che li aiutino ad elaborare la crisi di convalidati punti di riferimento. Inizialmente, poco dopo il referendum sul divorzio, in Italia, il timore di essere oggetto o causa di scandalo dava origine ad un sipario di segretezza e vergogna intorno all’esperienza della disgregazione di un vincolo matrimoniale; attualmente invece la fase “divorzile” sembra addirittura per alcuni essere l’assoluta normalità e tale vissuto arriva a permeare anche il percepito emotivo dei più piccoli: penso ad una insegnante di scuola dell’infanzia che mi narrò, durante un corso, di una sua piccola alunna che giocando con una coppia di bambole, simulandone il matrimonio, sancì il rito nuziale dicendo : “ … e vissero felici e contenti fino al divorzio … “Come mediatrice familiare spesso le coppie in consulenza che si approssimano alla separazione mi riferiscono di volerlo fare per” il bene di tutta la famiglia”, poiché “meglio separati e sereni piuttosto che insieme e litigiosi”.
Non dimentichiamo però che la rottura di una coppia, per quanto necessaria e legittima, muta inevitabilmente la mappa mentale ed affettiva dell’intero nucleo familiare.
Diviene per tanto importante ragionare su come potrà essere l’assetto inconscio di tanti figli vissuti in una famiglia monoparentale oppure ricostruita, con più figure parentali, con nuovi fratelli, nuovi compagni e compagne dei genitori, nuovi zii e più nonni.
Gli psicosocioanalisti autori di “fili spezzati”, Paola Scalari e Francesco Berto, offrono validi strumenti dati dalla loro esperienza e pratica terapeutica per supportare non solo gli “addetti ai lavori” ma anche i genitori e gli interessarti, nell’impegnativo viaggio che parte dal conflitto coniugale, attraversa la crisi della famiglia vedendone la destrutturazione per poi individuare gli strumenti volti alla costruzione di nuovi assetti gruppali. Il lettore verrà coinvolto da un appassionante alternarsi di narrazioni di storie vissute accompagnate da riflessioni di carattere psicologico, frutto della grande esperienza degli autori e della loro abile capacità di espressione e fluidità della forma con cui riescono a traghettare il lettore dentro a contenuti di forte intensità emotiva, offrendogli una duplice prospettiva: quella cognitiva di trasmissione di teoria e tecnica e quella emotiva che consente di sintonizzarsi immediatamente con i vissuti sia degli immaginari protagonisti del libro, che con la voce narrante degli autori.
Fili spezzati è un” libro - saggio-cassetta degli attrezzi” utile a tutti coloro che vivono in prima persona separazione e divorzio o che si trovano a contatto sia per motivi professionali, ma non solo, ad adulti e bambini che stanno vivendo la rottura di una famiglia.
L’esperienza degli autori ci mostra come a tutto ciò si può far fronte a condizione che si crei uno spazio di pensiero pensato e di parola condivisa; così da riuscire ad andare oltre i luoghi comuni autorizzandoci innanzi tutto a riconoscere il dolore per poterlo poi superare, poiché è necessario ricordare che se il patto formale tra due adulti si può sciogliere, così non è per le loro funzioni genitoriali.
Pensando al complesso groviglio di ambivalenti emozioni che connotano i fili spezzati di famiglie che confusamente e faticosamente cercano di rielaborare la crisi, fino ad arrivare anche a forme estreme e patologiche di malessere, mi sovvengono alcune note della “Cenerentola” di Rossini : ”… questo è un nodo avviluppato, questo è un gruppo rintrecciato, chi sviluppa più inviluppa, chi più sgruppa più raggruppa; ed intanto la mia testa vola vola e poi s’arresta…”
Il libro di Paola Scalari e Francesco Berto consente di fare ordine nel groviglio di pensieri ed emozioni che avviluppano, rintrecciano e sgruppano una famiglia in crisi: mentre il lettore vive il testo, impara anche ad affrontare i vissuti luttuosi dati dal tema stesso attraversandolo senza smarrirsi, trovando la conferma che la vita procede e può aprire, come un’abile sarta, ancora nuove prospettive e che certi fili spezzati possono essere un domani il principio di nuove e più funzionali tessiture di reti familiari complesse ma serene.
Daniela Cassago
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