Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide backgroundSlide thumbnail
Slide background
Slide background

Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
    Siamo messi male
    Oh come mi... Venerdì, 05 Dicembre 2014
  • Renata ha scritto Altro
    Perchè stupirci?
    E' un problema quello... Domenica, 24 Novembre 2013
  • Marcella ha scritto Altro
    Speranza
    Neppure la giornata sui diritti... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Paola Scalari ha scritto Altro
    Dare voce
    Chi è Educatore ha espresso... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Domenico ha scritto Altro
    Ragazze Invisibili
    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
  • Michela ha scritto Altro
    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

Viaggiare insieme è come un tango
Come strade che si incrociano
Un po’ d’asfalto un po’ di fango
Per due vite che si sfiorano

Viaggio verso qualche cosa
Che è già dentro di noi
Dentro gli sguardi e dentro le parole
Siamo passeggeri
Per non so ancora… dove…

Dentro gli sguardi e dentro le parole
Siamo passeggeri verso il nostro stupore
Vola…
(P. Pelù, Viaggio)

 “L’ascolto del paziente: uno sguardo interiore” appare un manuale pratico e veloce da leggere, di agevole comprensione e dalla narrazione scorrevole. Tuttavia, questo è solo ciò che appare... fin dalle prime pagine l’Autrice, Paola Scalari, si pone un arduo compito, quello di aiutare il lettore, lo psicoterapeuta e psico-socio-analista in formazione, ad apprendere l’arte dell’ascolto.

 


Il testo rappresenta se vogliamo un “pretesto” per intraprendere un viaggio spiraliforme che tocca più tappe: l’Essere ascoltati, l’Ascoltarsi, l’Ascoltare e l’Ascoltandoci. Un ritmo ondulare che porta avanti e indietro. Chi legge può cogliere una coralità di voci alcune dichiarate, altre latenti, è invitato a porsi domande, ascoltarsi, tendere l’orecchio alla ricerca di tutto ciò che è dissonante e stonato, poiché è là che si cela l’inconoscibile. Un movimento, attraverso lo scorrere delle pagine, che apre a inediti campi di possibilità e a nuovi re-incontri, tra la curiosità di conoscersi e la paura di esporsi. Un testo, questo, che è una continua scoperta e che a tratti lascia il lettore con un senso di smarrimento, misto al piacere dell’incontro curioso e autentico. L’incontro con un’alterità, sia interna che esterna, che può assumere anche carattere di perturbante. Il testo, come una bussola analitica, si configura come un “contesto” per l’apprendimento, promuove continue rotture interiori, fatte di perdite e ritrovamenti. Sostiene il processo di trasformazione di “fatti indigeriti”, che come “pesci-pensiero”, attraverso la relazione che cura, possono assumere nuove configurazioni in un mare-mondo interno.
Ascolto di se stessi, ascolto dell’Altro, ascolto di ciò che accade nella stanza d’analisi, nel campo emotivo duale, se il setting è individuale o nel campo multipersonale se abbiamo a che fare con la coppia, con il gruppo o con l’istituzione.
Mentre le pagine scorrono veloci, l’Autrice con uno stile narrativo appassionato, accompagna il lettore in un viaggio fatto di incontri. Incontri con i maestri della psico-socio-analisi, una polifonia di teorie e concetti descritti con apparente semplicità che lasciano, tuttavia, nel lettore la sensazione di non sapere mai abbastanza. Riferimenti e fondamenti che hanno bisogno di tempo per sedimentare, per trovare terreno fertile nelle menti, dove poter radicare e poi far germogliare nuovi pensieri, nuovi significati. Incontri con se stessi, oltre la propria “crosta psichica”, in un costante lavorio di auto-riflessione e di auto-osservazione. L’ascolto di Sé viene qui inteso nella dimensione del conoscere le proprie “stanze interne”, del sapersi muovere con disinvoltura nel proprio mondo intrapsichico, “osservare se stessi per vedere l’Altro” e lasciare che il flusso di pensieri, le associazioni e i vissuti emotivi emergenti nel campo siano liberi di circolare per creare sempre nuovi vincoli.
Il testo è costellato di vignette cliniche. Preziosi sono infatti gli incontri con i pazienti, persone che hanno chiesto aiuto, che hanno descritto i propri sintomi, la storia delle proprie sofferenze e che hanno mostrato il desiderio, seppur sofferto e spesso nascosto, di conoscersi meglio e di capire il proprio funzionamento psichico, il proprio muoversi nel mondo.
Attraverso una narrazione evocativa, dalle prime pagine introduttive a quelle finali, l’Autrice ci parla per immagini e per sonorità… tanto da farsi strada nella mia mente la canzone “Viaggio”.
Come in un viaggio, terapeuta e paziente si muovono insieme in una dimensione quasi onirica, dove sogno e realtà si incrociano e si sfiorano, per lasciarsi permeare da affetti e immagini che iniziano a prendere forma, alla ricerca di un inconscio che si crea in continuazione. L’esplorazione dei propri e altrui abissi emotivi avviene attraverso la funzione di sonda del terapeuta, che cerca di cogliere immagini sfuggenti e di ascoltare i propri vissuti in presenza dell’Altro. La seduta diventa allora il luogo per sognare insieme, per creare nuovi collegamenti e rimandare immagini comunicabili laddove prima abitavano pensieri bloccati e stereotipie. Durante il viaggio è possibile incontrare scene/vissuti in cui è facile incagliarsi: è qui che un’interpretazione spiazzante, un pensiero “irriverente”, funzionano come una navicella che aiuta il transito e accompagna a cogliere dettagli, connessioni e nuovi significati.
L’Autrice, attraverso il testo, accompagna il lettore in un viaggio di immersione, alla scoperta del proprio mondo interno, come fa una madre che contiene le paure e le trasforma in parole, e al contempo come un padre che mette ordine e definisce la cornice.
Le pagine conclusive sono permeate da un messaggio che evoca un senso di fiducia. Fiducia nella capacità di dedicarsi del tempo, di addentrarsi nei propri abissi con autentica curiosità, di creare incontri amorevoli che sappiano donare uno sguardo di umanità, in una dimensione dove la fine è anche un nuovo inizio.

Samantha Rainò, psicologa

 

Torna al libro "Ascolto del Paziente"

 

Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.