Leggere un libro di Francesco Berto e di Paola Scalari è sempre un'avventura per la mente e per il cuore, si impara e ci si emoziona allo stesso tempo.
Con Parola di bambino – il mondo visto con i suoi occhi, ed. La Meridiana le emozioni sono molte, si sorride, ci si commuove, si prova tenerezza per questi bambini di oggi e nostalgia per i bambini che siamo stati. Ma si impara anche a tenere presenti le loro emozioni nel fare quotidiano a scuola, e a stare a fianco ai piccoli che ci vengono affidati durante il cammino della loro crescita.
Quando ho preso il libro in mano, sono stata colpita dalla veste grafica, colorata, elegante, accurata.
In copertina il disegno di un bambino, il suo autoritratto viene da pensare, al centro del viso una timida parola, Io, e una piccola figura femminile, dalla testa parte un filo blu che continua in quarta di copertina.
All'interno si alternano disegni e pensieri dei bambini, gli alunni del maestro Berto, trascritti in un corsivo che evoca la scrittura dei bambini e le introduzioni ai capitoli in un tondo chiaro e di agevole lettura.
Colpiscono le parole dei bambini, immediate, vere, profonde e allo stesso tempo lievi, affrontano temi impegnativi come la fatica di crescere, il tempo che passa, l'inevitabilità della morte. I bambini fanno i conti con le loro emozioni: la paura, la vergogna, l'invidia, le illusioni e le possibili disillusioni. Parlano delle loro famiglie, sempre più variegate: separate, allargate, straniere, e del loro bisogno di amore e di cura.
Leggere questi testi è entrare in una classe e vedere i piccoli intenti a capire, ad argomentare, a trovare le parole più adeguate ad esprimere il loro pensiero. Hanno già chiaro questi bambini che la conoscenza si costruisce giorno per giorno, che ci vuole impegno e perseveranza, talvolta anche fatica, ma che non ci si può sottrarre. Una fatica da non affrontare da soli, e gli alunni di Francesco Berto sono costantemente accompagnati nel loro cammino, il maestro sa cogliere o creare le situazioni perché i bambini possano parlare, raccontarsi. Una mamma che arriva in classe con una neonata in lacrime è l'occasione per i piccoli alunni di raccontare la loro esperienza di bambini appena nati e allora emergono i ricordi, le paure, le fantasie legate alla nascita. Il maestro aiuta i bambini a riflettere, ad avere un pensiero autonomo, mai stereotipato, e a trovare le parole per dare un vestito alle emozioni.
Prende così avvio la Ricerca, ognuno sa di poter esplicitare i propri pensieri ed emozioni perché questi non verranno giudicati e valutati, nessuno è più bravo o meno capace quando si tratta di parlare di sé. Tutto viene accettato "in quanto espressione dei vissuti degli alunni", i piccoli possono così far emergere le parti più nascoste, possono raccontare le loro bugie, la rabbia, le invidie senza timori, il maestro le accoglie tutte e aiuta i bambini a capire il perché dei loro comportamenti. Leggendo il libro sono stata molto colpita dal rispetto del maestro per il sentire dei suoi bambini.
I testi individuali vengono poi letti e condivisi con i compagni, il maestro ne trae una sintesi comune, dove ognuno è presente con un pezzettino di sé, che verrà dettata sul quadernone , e i bambini potranno scrivere "Abbiamo capito che ..." compiendo così un ulteriore passo, dall'io al noi.
Alle parole si affiancano molti disegni: il tenerissimo abbraccio di una mamma con la sua bimba circondate da una festa di cuoricini, un papà e il suo ragazzino che sorridenti e affaticati fanno, insieme, sollevamento pesi, e poi bambini in lacrime o rossi dalla rabbia, ma anche fantasmi che avanzano da uno sfondo nero. Il disegno diventa così una comunicazione spontanea e immediata che narra e svela ciò che la parola non riesce ad esprimere.
I vari capitoli vengono introdotti dalle riflessioni di Paola Scalari e di Francesco Berto che aiutano noi, che abbiamo a cuore i bambini, a capirli e ad ascoltarli senza fretta e nello stesso tempo impariamo che l'ascolto va rivolto anche verso noi stessi, a ritrovare il puer che è ancora in noi. Riflessioni che talvolta ci sorprendono e ci offrono un nuovo sguardo per osservare i nostri piccoli. A scuola abbiamo imparato che le bugie non si dicono, mai. Questo ci dicevano quando eravamo bambini, e a nostra volta lo abbiamo ripetuto da adulti, nel ruolo di genitori, insegnanti, nonni. Nel libro leggiamo: Affermare se stessi. Liberarsi della prigionia dei grandi. Sperimentare la propria volontà. A questo mirano le bugie dei bambini. Anche dire le bugie aiuta a crescere.
I bambini che emergono da queste pagine non sono bambini perfetti, così come li abbiamo sognati, non sono figli o alunni ideali, e può nascere allora in essi talvolta un sentimento di vergogna per la loro inadeguatezza, ma ancora una volta il maestro è lì, conosce il senso di smarrimento che vivono i suoi alunni quando non sono all'altezza, delle aspettative dei loro genitori, ma anche si se stessi .... Aiuta tutti a non temere la sconfitta.
Le parole degli autori conferiscono un'alta dignità al mestiere dell'insegnante che si assume a pieno la responsabilità dell'educare e l'impegno che ne consegue ma anche la gioia dei sicuri e positivi risultati.
"Parola di Bambino - il mondo visto con i suoi occhi", è a mio parere un libro coraggioso, lontano da una didattica asettica che ha paura di affrontare l'interiorità dei bambini e si affida solo a rassicuranti, per l'insegnante, e consueti contenuti disciplinari verificabili attraverso test.
I nostri alunni, bambini e ragazzi, hanno sempre più competenze nel campo informatico e tecnico, si muovono agevolmente con le lingue straniere, sono multitasking, ma rischiano di rimanere emotivamente fragili e di non trovare le parole per comunicare le parti più vere di sé, e raramente in questo vengono aiutati.
Francesco Berto e Paola Scalari hanno fiducia nelle capacità dei bambini, li sanno forti e saggi, in grado di porsi domande, indagare, trovare le parole di fronte ai loro momenti difficili. I bambini sono resilienti, sanno resistere alle difficoltà della vita purché sappiano che qualcuno di autorevole e sereno li affianca.
Mentre leggevo il libro, la mia stanza si riempiva di presenze, io bambina a scuola con le mie difficoltà ( ci vuole la F o la V? ) sempre troppo in fretta liquidate dall'insegnante con un "non si applica", e poi io insegnante, a volte impotente di fronte ai silenzi dei miei alunni o alle loro improvvise esplosioni di rabbia, ( se solo avessi avuto Francesco Berto come collega!), e ancora io mamma con la difficoltà ad accettare la normale sofferenza di un figlio che cresce.
"Parola di bambino, il mondo visto con i suoi occhi" dà risposte a ognuna di queste "presenze", per questo è un libro prezioso.
Prezioso per gli insegnanti che potranno confrontarsi con un metodo creativo, fecondo e al tempo stesso rigoroso. E forse avranno il desiderio di osare e avventurarsi su percorsi nuovi.
Prezioso per i genitori che attraverso queste pagine potranno conoscere la ricchezza e varietà delle emozioni dei loro piccoli e scoprirne la lucidità e severità di giudizio, ma anche la loro richiesta di avere accanto adulti competenti e consapevoli.
Prezioso per tutti gli adulti che vogliano ritrovare la parte bambina presente in noi, per coccolarla o riappacificarsi con essa.
In un incontro con Paola e Francesco ho scoperto che il disegno di copertina non è un autoritratto, come avevo immaginato, ma il maestro Francesco visto da una sua alunna e la piccola figura femminile al centro del viso è la bambina stessa che sa di essere presente nella mente del suo maestro. Seguendo il filo blu che ci porta nella quarta di copertina, possiamo leggere: Se un giorno il mio maestro non ci sarà più non mi dispererò perché se lo cercherò lo troverò dentro la mia testa ed il mio cuore anche se qualche volta lo ho mandato a quel paese.
L'educazione ai sentimenti ha prodotto splendidi frutti.
Luglio 2014
Maria Marchegiani
| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
© 2010-2020 MdR per Paola Scalari - p.iva 03025800271 - c.f. SCLPLA52L49L736X | Cookies e Privacy Policy