Parola di bambino – Per capire il piccolo bisogna ascoltarlo

Soffermarsi sul crinale della doppia identificazione trova la sua sintesi linguistica e creativa nella poesia, cioè nell’arte
di significare le cose con parole evocative interpretabili solo andando al di là del rigido vocabolario, della verità storica dei fatti, della cronaca fedele degli eventi. Quello che conta è lo stato d’animo che trova nella condensazione narrativa la via per essere raccontato, condiviso, esposto.

Parola di bambino cerca di produrre questo effetto. Non racconta. Evoca. Mobilita cioè poeticamente la condizione di
figlio che è l’elemento unificante l’umanità.

Ogni lettore, sia esso grande o piccolo, è quindi invitato a costruire da solo il suo discorso divenendo via via consapevole dei vissuti che nascono in lui grazie alla lenta e meditata lettura della ingenua e profonda filosofia di Parola di bambino. Per capire il piccolo bisogna ascoltarlo, ascoltarsi ed essere stati ascoltati.

Ascoltare significa essere contemporaneamente capaci di fare spazio al proprio animo poetico, infantile, ingenuo, tenero, sensibile e richiamare dentro di sé la fatica del divenire un figlio cresciuto.

Tratto da “Parola di bambino, il mondo visto con i suoi occhi”.

Scheda del Libro

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