I padri narcisisti di oggi conoscono troppo poco l’alfabeto emotivo del distacco. E’ infatti oltremodo recente la rivoluzione culturale che li ha voluti amorevoli e affettuosi. Perciò non hanno ancora maturato la capacità di attraversare il disincanto edipico senza far uso della forza, della prepotenza, del dominio che prima, se non richiesti, erano almeno consentiti.
Utilizzano quindi con poca destrezza ed incerto tatto sia la vicinanza corporea che la sollecitudine genitoriale. I loro atteggiamenti sono infatti intrisi di quella pulsione erotica maschile che hanno sempre coltivato senza riserve. Non trovano pertanto gli opportuni ingredienti affettivi con cui alimentare la relazione con dei figli che stanno diventando uomini o donne.
Viene così a mancare la giusta distanza.
Qualcuno si ritira in vecchi schemi e si trincera dietro a vetuste abitudini perdendo in questo modo la stima delle mogli e dei figli che non possono che biasimare chi si colloca troppo indietro con i tempi.
Altri si trovano invece impelagati in abusi mentali poiché entrano di prepotenza nell’intimità dei loro ragazzi e, così facendo, annullano i confini che mettono ordine tra le generazioni.
Alcuni travalicano addirittura i principi etici e si permettono quell’eccesso sessuale che annulla le differenze d’età. Un’esperienza erotizzata con un padre annienta sicuramente – in ogni figlia e in ogni figlio – la possibilità di mettere ordine nella propria vita psichica e sessuale. E dietro all’imperversare dell’uso di sostanze che stordiscono, ai disturbi alimentari che attaccano il corpo, al rifiuto di ogni regola che rende devianti, alla confusione mentale che annulla la realtà il più delle volte troviamo un padre che non ha saputo stare al suo posto.
Tutti questi uomini distruggono il legame con il paterno, cioè con il desiderio di vivere l’affascinante avventura di andare verso ciò che è sconosciuto.
Se i nuovi padri non ritirano quindi l’investimento libidico dai figli falliscono nel loro compito di spingerli fuori casa per donar loro il mondo affinché lo godano e lo cambino.
Il mancato distanziamento tra genitore e figlio rischia dunque di divenire una pericolosa vicinanza che condanna gli adolescenti al ruolo di eterni bambinoni. Essi giocano infatti a imitare i grandi senza maturare una sapiente visione adulta dell’amore.
(Berto – Scalari, Padri che amano troppo edizioni la meridiana 2009)