La cerchia parentale chiamata ad accogliere il piccolino successivamente si allarga.
Se un tempo il rito del battesimo esprimeva innanzitutto un atto di fede, ma segnava anche l'entrata nella comunità del nuovo nato, oggi i riti sono spesso privati e quindi richiedono non solo fantasia, ma anche innovazione.
Un tè con le amiche e le cugine diventa un'occasione per far vedere il bimbo.
Una festicciola in ufficio, accompagnati dalla vigile presenza di sollecite nonne pronte a sostituire nelle cure del piccino la mamma, diventa l'opportunità di far ammirare il pargoletto che placidamente dorme nella sua carrozzina e che, puntualmente, viene svegliato da colleghi e colleghe che si prodigano per farsi elargire un sorriso.
Un uscita con fratelli e sorelle diventa l'occasione per sentirsi una grande famiglia unita.
La riuscita dei nuovi riti sta nel clima relazionale che si va costruendo attorno al nuovo discendente delle due famiglie che in lui si sono mescolate.
Per questo mamma e papà di solito organizzano anche una bella festa di "iniziazione".
Per loro è un momento importante per sentire che nel compito di educare, crescere, allevare il figlio non sono da soli.
Così come sentirsi circondati dall'affetto dei propri cari dà a madri e a padri sicurezza e carica emotiva, ogni parola maligna, mortificante, critica dei parenti può ferirli in profondità.
La fragile identità genitoriale può avvertirsi attaccata se qualche parente manca di guardare con occhi ammirato il bebè, ne sottolinea le imperfezioni, sbandiera i difetti.
Parole come: "Hai visto come piange inconsolabile... mi pare un bimbo pigro.. non è che mangiando così poco si ammali..." apparentemente innocue in realtà sono sassi che lapidano.
Se un parente colpisce il bambino in realtà colpisce i suoi genitori.
Alle volte è proprio da questa sensazione di mortificazione che la coppia cerca di trovare sollievo attraverso un repentino allontanamento dalle famiglie d'origine.
Neo mamme frustrate dalle proprie madri, o ancor peggio dalle proprie suocere, preferiscono fare tutto da sole e vivono la vecchia genitrice come una rivale che vuole esibire le proprie competenze.
Sicuramente alle nonne è chiesto di esserci, prodigarsi, dare disponibilità. Ma alle nonne è anche chiesto di lasciare che la neo mamma si sperimenti da sola, possa eventualmente sbagliare ed imparare dalla sua esperienza. Sostenere la mamma non è dare consigli!
Tenere su la figlia o la nuora significa cercare di farla sentire serena, rassicurarla che sarà una brava mamma, confortarla che la sua apprensione presto scomparirà e diventerà capace ed esperta..
I parenti sono lì per dire a mamma e papà che il loro bambino è bello, bravo e buono.. insomma per aiutarli a sentirsi genitori valide e non figli incompetenti.
I nonni possono non solo rendersi utili con molti servigi necessari ai neo genitori, ma anche tenere a bada le mogli invadenti che, mosse da una invidia primitiva per la neo mamma, giovane donna feconda, vorrebbe insediarsi in casa di figli e generi o nuore.
Se le giuste distanze vengono trovate per i genitori l'esperienza di sentire che il figlio è parte di un grande gruppo solidale li rende più sicuri. E quindi più competenti. Ma anche più felici.
I nonni, assieme a zii e cugini, costituiscono un patrimonio relazionale ricco ed insostituibile.
Il bambino cresce protetto da questo amore allargato, ha punti di appoggio diversi da quelli genitoriali ed impara a sentire che può amare più persone contemporaneamente.
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