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Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
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    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
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    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013
Gli adolescenti di oggi sono davvero belli.

Sì sono proprio affascinanti esteticamente. Certamente i loro look sono interessanti, curati, studiati in quanto i giovani di oggi non si infagottano mai in abiti senza stile. Di sicuro ognuno ha la sua inclinazione, ma tutti hanno nel corpo e nel vestito un’impronta che incuriosisce, crea ammirazione e lascia meravigliati. Non sono quindi mai anonimi. E in questa ricerca del bello il più delle volte curano l’alimentazione, la pelle, la forma fisica, l’immagine. E inevitabilmente ne escono giovani e conturbanti corpi da esibire con orgoglio e, per i più avanti nell’età, da guardare con invidia.

Ma quelli di oggi sono anche dei ragazzi con tante opportunità culturali.

Conoscono il mondo perché viaggiano sia come turisti sia come navigatori nel web. Visitano ambiti lontani e si confrontano con realtà multiformi. Quindi sono curiosi e, si sa, la curiosità anima l’esistenza, crea energia positiva, mette in moto progetti inediti. Sono, come sempre, dei sognatori, ma adesso possono sognare in grande poiché hanno molte chance. Possono accedere al sapere, all’informazione, alla filmografia e alla musica senza limiti. Tanto che ascoltano con stupore il racconto dei loro nonni che collezionavano qualche disco in vinile comperato con tanta fatica e tanto sacrificio. Oggi basta scaricare e tutta la musica che vogliono è lì per loro. Parlare con loro è dunque stimolante.

E si può dialogare apertamente anche se la differenza di età è significativa. Gli adolescenti di oggi sono infatti interlocutori interessati, aperti, informati e competenti per qualsiasi adulto voglia mettersi in gioco, raccontare, ascoltare. Non hanno paura dell’adulto e sono molto esperti nel valutare se una persona è carismatica, autentica, capace, coerente, ammirabile, valida…. Se lo è la amano senza lasciarsi mai abbindolare da false abilità, fasulle accondiscendenze, ipocrite disponibilità. Si sa i ragazzi vogliono tutto o niente e sanno intuitivamente dare pareri molto severi, ma anche molto veritieri.

Quindi sono ottimi giudici.

Generosi con gli amici, disponibili fino al sacrificio per il partner che amano, capaci di stare al mondo e di socializzare con fantasia…

Per chi riesce a stare al passo dei tempi attuali sono dunque anche Possibili.

Cioè accessibili, incontrabili, amabili, piacevoli…

Affettuosi con i genitori credono nel valore della famiglia, dell’amicizia, della cura dell’ambiente, della solidarietà umana. Anche se è necessario uno sforzo nella loro confusione adolescenziale per non farsi scoraggiare da momenti di caos, testardaggine, opposizione, rabbia. Ma anche queste sono le loro speciali qualità poiché, è attraverso queste prese di posizione, che giorno dopo giorno definiscono se stessi. Basta non farsi travolgere, non mollare la presa, non perdere fiducia e alimentare la speranza…

Certo, gli adolescenti che non incontrano degli adulti capaci di stimolarli, ascoltarli, educarli, accompagnarli si smarriscono poiché in questa realtà culturale così ricca e alla portata di tutti bisogna saper scegliere. Ma affinché il ragazzo possa farlo è necessario che gli educatori siano competenti nell’aiutare a decodificare la complessità della vita odierna.

E si sa quando i mass media parlano solo degli adolescenti irrisolti, smarriti, a disagio, devianti parlano di una fetta minima della popolazione giovanile. Certamente quella che fa più scalpore poiché un bravo ragazzo non crea notizia mentre un giovane bullo è da prima pagina!

L’idea di adolescenti Belli e Possibili. Storie di ordinaria adolescenza ha dunque orientato il convegno che si terrà a Mestre-Venezia il 25 settembre 2009 dalle ore 8,30 al Palaplip.

E’ questa un’occasione di incontro e di scambio diretto con tutti coloro che vogliono confrontarsi sull’immagine dell’adolescente di oggi che è stata promossa dal sito ww.figliadolescenti.it in collaborazione con il Comune di Venezia. Saranno presente il direttore scientifico e il direttore editoriale del sito. Vi aspettiamo. (Per informazioni vedi il depliant)

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.