Una moltitudine di adolescenti indisciplinati si è trovata bassi voti in condotta. Certo il cinque, o giù di lì, è stato un segnale forte e chiaro che il comportamento di molti alunni non è per nulla adeguato ai criteri dell’istituzione che li accoglie. Ma questo dilagare di voti non sufficienti nel comportamento cosa ha messo in moto? Se segna una epidemia, come entrare in stato di allerta?
La carneficina invece ha dato tutt’al più il via, tra le pareti delle aule, ad una nuova dose di prediche e, tra le pareti domestiche, ad inutili punizioni. Ed adesso?
Adesso chi si occuperà della rabbia, dell’irrequietezza, dell’insoddisfazione e della noia di questi giovani?
Se il grande numero di voti insufficienti in condotta delinea l’incapacità di reggere la disciplina scolastica, il massacro di fine trimestre evidenzia anche un dilagante problema sociale.
Chi guarderà dentro a queste difficoltà esistenziali? Chi saprà non accusare i giovani? Chi studierà la crisi culturale che sta facendo precipitare sempre più in basso l’alleanza tra adulti educatori?
Certo non è facile passare dal giudizio, sia esso un voto, una condanna, una etichetta, quale quella di bullo o deviante, ad un discorso che, attraversando le nuove generazioni, narra delle difficoltà tra gli adulti.
La strada da seguire quindi non né semplice né facile. E tanto meno è immediata. Ci vogliono tempo, capacità di sostare nel dubbio, voglia di stare sul problema.
Il primo passo è aprire un dialogo con la famiglia di questi ragazzi. E non tanto per accusare quanto per ascoltare. Immaginiamo i docenti che convocano i genitori dell’alunno che ha preso cinque in condotta e che, invece di spiegare quel voto con le malefatte del giovane, possano commentare: “Non sono riuscito ad aiutarlo di più. Forse potete farmi capire cosa gli sta accadendo. Possiamo cercare insieme cosa sta vivendo, credendo, sentendo questo vostro figlio?”.
Immaginiamo docenti che siano curiosi di capire e non pronti a spiegare le ragioni della loro scelta.
Sogniamo genitori che, chiamati a scuola, rispondono fiduciosamente all’invito.
Fantastichiamo mamme e papà che sono spinti a sedersi in cerchio con i docenti (senza né cattedre né banchi divisori) e che possono parlare delle loro sensazioni di ingiustizia, colpa, rabbia senza che nessuno blocchi il loro discorrere.
Aneliamo adulti educatori che si mettono nella posizione mentale di aprire una ricerca in comune. Una indagine fatta di piccole storie, di domande, di riflessioni, di voglia di andare oltre l’ovvio, lo scontato, il già detto. Quelli che auspichiamo sono discorsi che rompono ogni pregiudizio, sono dialoghi che vanno oltre lo stereotipo, sono incontri che sanno guardare alla complessità della vita.
Certo mettere docenti e genitori insieme implica, da entrambe le parti, due piccole azioni: invitare con pacatezza, rispondere con gentilezza. Sono azioni rivoluzionarie poiché dalla contesa - ognuno vuole avere solo ragione sull’altro - si passa alla condivisone - ognuno cerca di capire cosa sta pensando l’altro-. E proprio perché il passaggio dall’accusa alla ricerca è grande, pensiamo sia decisivo. Lo definiamo epocale quando osserviamo come oggi tutti vogliano avere ragioni sull’altro e come ognuno sostituisca il confronto con la presunzione di avere la verità in tasca.
Ma i ragazzi che sono stati nutriti di questa insidiosa negazione dell’altro hanno imparato a non interessarsi di nessuno.
Qualche volta nemmeno di se stessi. E quando viene meno la parola che prende forma nell’incontro umano, viene meno anche il senso dello stare in relazione con gli altri. Ognuno parla da solo. Ognuno discorre solo per proclamare le sue convinzioni. Ognuno afferma i suoi vangeli senza ascoltare. E’ un modo di fare che rappresenta però la morte del senso del rispetto.
E tra le due fazioni adulte che si fronteggiano a suon di accuse, svalutazioni, denigrazioni, condanne, vendette, ripicche… quello che rimane invisibile è il dolore annichilente dei giovani di oggi.
Paola Scalari e Francesco Berto
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
© 2010-2020 MdR per Paola Scalari - p.iva 03025800271 - c.f. SCLPLA52L49L736X | Cookies e Privacy Policy