"Non ho trovato nessun posto che abbia solamente caratteristiche positive, le suggerisce l'amica. Devi fidarti del tuo... naso, e soprattutto devi essere tranquilla se vuoi che Piero affronti fiduciosamente e tranquillamente questo suo primo grande distacco!"
La madre dopo alcuni giorni ritelefona all'amica e confidente: "Avrò visitato una decina di nidi, e come mi avevi detto, nessuno mi è sembrato adatto per Piero. O troppo moderni, troppo all'avanguardia, o troppo obsoleti. Ce n'era uno che mi piaceva un po' più, ma il cortile mi sembrava quello di un carcere chiuso com'era da alte mura! Ce n'era poi un altro che...." L'amica la interrompe: "Mi sa che questa tua ricerca sia un buon espediente per rimandare sempre più in là la separazione da tuo figlio! Quanto manca alla ripresa del tuo lavoro?". "Oh Dio, è lunedì della prossima settimana! Come passano in fretta i giorni. Devo affrettarmi!" è la reazione della madre-"
Sotto l'incalzare del tempo il nido viene scelto velocemente ed arriva finalmente il giorno dell'inserimento di Piero.
La signora arriva all'asilo col figlio e viene accolta dall'educatrice che ha in carico il bambino.
Fin dal primo momento il bimbo è affascinato dall'ambiente colorato, è attratto dai molti giochi ed è soprattutto colpito dalle grida gioiose dei bambini che si tuffano in una piscina piena di palline colorate.
Non lascia mai però la mano della madre.
Ad un certo punto la tira verso lo spazio gioco dove si ferma indeciso. E' grande il desiderio di imitare gli altri bambini, ma la paura di staccarsi lo frena.
La madre percepisce questa difficoltà del figlio e si ritrova a stringere sempre di più la mano con la quale è attaccata a Piero come se volesse trattenerlo accanto a sé.
Madre e figlio si guardano attorno impauriti, incerti e confusi.
Sono entrambi alla ricerca di un sostegno, di una rassicurazione, di una protezione per poter andare avanti.
E si trovano accolti e protetti dalla vigile attenzione dell'educatrice che attraverso il suo sguardo incoraggiante e sicuro invoglia il bimbo ad entrare nella piscina di palline colorate e invita la madre a mollare la presa fiduciosa che non succederà niente di irreparabile.
E' Piero che per primo decide di lasciare la mano della mamma! Lo vediamo infatti entrare guardingo e sospettoso dentro la piscina.
Un primo distacco è avvenuto.
Dura però solo pochi attimi perché la paura che la madre sparisca è più forte del piacere del gioco.
La mattinata trascorre tra continui distacchi ed avvicinamenti.
Anche nei momenti in cui se ne sta da solo a giocare, Piero non perde mai di vista la madre così come cerca continuamente lo sguardo attento e sicuro dell'educatrice.
E' inevitabile che prima o poi si scontri con la presenza di altri bambini più grandi e, quando succede, Piero non si difende piangendo, ma torna dalla madre che, nel frattempo, sta parlando di lui con l'educatrice.
Durante uno dei tanti riavvicinamenti alla madre Piero prende la mano dell'educatrice per un attimo, per poi ritornare immediatamente a quella della mamma che lo accoglie così: "Eri distratto e ti sei sbagliato, non è vero?"
Il mattino seguente Piero arriva al nido stringendo nella mano un piccolo orsetto di peluche tutto spelacchiato. L'educatrice coglie la situazione per dirgli: "Che bel regalo! Te lo ha fatto la mamma! Mostramelo. Piero se lo tiene invece sempre più stretto. E' la signora che interviene scusandosi: "Non c'è stato verso di fargli portare via un peluche più decente. Ha voluto a tutti i costi quel coso brutto e vecchio. Questi figli!"
E Piero adesso, con quell'orsetto spelacchiato che non lascia mai, si avventura da solo alla scoperta del nido e dei compagni. Trascorre così dei momenti sempre più lunghi senza cercare con lo sguardo la mamma. Finché al quinto giorno di nido la madre lo saluta, lo bacia, e se ne va al lavoro.
Piero piange quando si accorge che la sua mammina non c'è più, anche se viene subito accolto dall'educatrice che, guidando la manina che tiene il peluche, glielo passa più volte sulle guance accarezzandolo ed il bambino ritorna a giocare. A metà mattina squilla il telefono: è la Signora. Tutta preoccupata ed angosciata chiede: "Sta piangendo? Gioca? È sereno?". Viene rassicurata che Piero se ne sta buono e tranquillo con l'educatrice,
E la madre: "Non ci credo, lo fate per tenermi buona e per non farmi preoccupare!
In collaborazione con Francesco Berto
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