Intervista a cura di Laura d'Orsi.
La mamma di Maria scrive: fra tre mesi riprenderò il lavoro dopo la maternità. Sono angosciata perché non so decidere a chi lasciare la piccola: meglio i nonni, una baby sitter o l’asilo nido?
La questione non è solo scegliere tra una persona estranea ma di fiducia, la stabilità affettiva dei nonni o la professionalità di un’educatrice e il contatto con altri bambini. Dietro c'è molto di più: se la mamma è davvero tranquilla, lo sarà anche il piccolo.
Dottoressa Scalari, quale approccio consiglia per fare la scelta giusta?
La vera domanda che una mamma dovrebbe porsi quando decide a chi affidare il suo bambino è: “di chi riesco a fidarmi maggiormente?” e soprattutto: “la mia è una scelta davvero a favore di mio figlio, o sono condizionata da esperienze e sentimenti che non c’entrano con il benessere del mio bambino?”. Non esiste una soluzione valida per tutti e ciascuno dovrà valutare un insieme di cose: dalla comodità, all’impatto economico, alla stabilità della soluzione scelta, ai legami familiari. L’ideale è essere flessibili, contemplando eventualmente una sinergia tra le varie opportunità.
Dal punto di vista della psicologia evolutiva, cosa è più indicato per il bambino?
Fino ai due anni, il bambino potrà trarre grande beneficio dall’essere circondato dal clima affettivo che solo dei nonni disponibili e premurosi possono creare. Dopo questa età, si potrà pensare all’inserimento al nido, chiedendo però anche l’intervento di una baby sitter o nuovamente dei nonni, nei casi di necessità, come durante le inevitabili malattie. È proprio intorno ai due anni infatti, che il bambino inizia ad avvertire l’esigenza di socializzare con i suoi coetanei.
Perché i nonni rappresentano una scelta da privilegiare?
Non solo perché possono offrire ai nipotini un accudimento “speciale”; il loro ruolo è importante anche per i neo-genitori perché possono confortarli, rassicurarli sul fatto che stanno facendo bene i genitori. È come se li autorizzassero a diventare a loro volta mamma e papà, in una sorta di passaggio delle consegne.
Quali vantaggi possono derivare da questa scelta?
Se i nonni si rendono disponibili e sono persone affidabili, i vantaggi per il bambino sono molti: rappresentano la memoria storica della famiglia, le radici che danno solidità e senso di appartenenza al bambino. E poi rappresentano una figura intermedia tra il piccolo e il genitore, una specie di complice affettuoso che rafforza la fiducia nel mondo dei grandi e regala quelle piccole concessioni di cui ogni bambino ha bisogno.
Non c'è il rischio che possano sorgere discussioni sull'educazione del piccolo?
Non si deve cadere nell’errore di rimproverare un nonno perché compra un gelato fuori programma al nipote o gli fa vedere un cartone animato in più. Questo comportamento non sminuisce l’autorevolezza dei genitori, non mette in crisi il loro sistema di regole e il loro stile educativo. Il bambino infatti capisce bene la differenza che c’è tra la mamma e il papà e ciò che può chiedere loro, e cosa invece rappresentano i nonni. Occorre che mamma e papà una volta stabilite delle regole generali (ad esempio sugli orari della nanna), concedano fiducia e un margine di libertà ai nonni.
Come scegliere la baby sitter giusta?
La tata ideale è una persona che mostra di provare una gioia spontanea quando sta insieme al bambino. Significa che sa ascoltarlo, coinvolgerlo nel gioco, e si diverte insieme a lui. Senza forzature, con una disponibilità affettiva che la fa diventare “una di famiglia”. Insomma, una brava tata prova interesse e piacere sinceri nel partecipare alla crescita del piccolo.
Di fronte a questa capacità, che non dipende dall’esperienza, dall’età o da un diploma, tutto il resto passa in secondo piano. Un altro requisito importante è che la tata sappia rispettare alla lettera le direttive della mamma, senza metterle in discussione. Perché il bambino ha bisogno di continuità nello stile educativo e di piccole abitudini che gli danno sicurezza. Solo sul gioco la mamma dovrebbe lasciarle carta bianca, così il piccolo può divertirsi con proposte nuove e arricchire la sua immaginazione.
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