A cura di Laura d'Orsi, giornalista.
Dell'estate che sta per finire ci ricorderemo, oltre al caldo torrido, la vita spezzata di alcuni ragazzi all'uscita dalla discoteca, dove cercavano divertimento e sballo e hanno trovato invece una tragica fine. Stroncati da cocktail micidiali di alcol, ecstasy, MDMA, venduti da spacciatori senza scrupoli in locali dove i controlli sono inesistenti. Le polemiche non sono mancate: c'è chi ha accusato i genitori di questi giovani di non aver saputo vigilare sui propri figli e insegnato che la vita, fuori, è pericolosa.
Dottoressa Scalari, davvero la colpa di queste tragiche morti è dei genitori?
No. I genitori, con gli insegnamenti e l'educazione che trasmettono ai loro figli, possono arrivare fino a un certo punto, ma questi fatti drammatici sono legati a diversi fattori, spesso imponderabili. Innanzitutto oggi la droga è davvero dappertutto, è diventata facilmente accessibile e anche assumerla è semplice: si scioglie in acqua come una compresa qualsiasi. Se a questo si unisce il desiderio di sentirsi invincibili e di sfidare il rischio che tutti i ragazzi hanno, è inevitabile che qualcuno paghi perdendo la vita.
Eppure le informazioni sui pericoli della droga non mancano: nelle scuole si organizzano incontri, i giornali e gli altri mass media ne parlano spesso...
Infatti i giovani sanno benissimo quello che tanno facendo, ma il loro pensiero è: “a me non può succedere niente”. In fondo, se ci pensiamo, è sempre stato così: una volta, per esempio, sfidare la sorte poteva essere andare contromano in motorino o, in tempi più recenti, avere rapporti sessuali non protetti quando si è iniziato a parlare di Aids. Nel loro delirio di onnipotenza, gli adolescenti non riescono a collegare causa ed effetto.
Ci sono altri fattori oggi che spingono a superare il limite?
Sì. Oggi la società ruota intorno alla prestazione, che deve essere sempre più elevata. Nel caso delle notti in discoteca, bisogna riuscire a reggere il ritmo, rimanere svegli tutta la notte, essere al top per ore e ore di fila. La droga fa proprio questo: aumenta moltissimo il livello della prestazione, non fa sentire la stanchezza, la fame e la sete. Così non c'è il rischio di mostrarsi deboli, diversi dagli altri.
Intanto continuiamo a leggere di ragazzi che invece non reggono o si mettono al volante per rientrare a casa causando tragici incidenti. Non c'è anche una mancanza di senso di responsabilità?
Sì, e in questo i genitori possono e devono intervenire, educando i loro figli fin da piccoli che ogni azione ha una conseguenza. Non si può pensare di sollevare i figli dalle loro responsabilità: se il professore ha dato una nota, non è colpa sua, ma del ragazzo che l'ha presa. Invece oggi si tende ad attribuire all'esterno le cause dei problemi.
In ultima analisi, cosa possono fare gli adulti per evitare che i ragazzi vadano incontro a questa morte assurda?
Insegnare loro il rapporto causa-effetto, certamente. Non mitizzare la discoteca (“io alla tua età ci andavo e conoscevo un sacco di ragazze”). Non sottovalutare le prime trasgressioni (fumo, aperitivi alcolici, ecc.). Non concedere libertà di rientro a casa: l'una, le due notte sono le ore della stanchezza e il rischio aumenta vertiginosamente. A livello sociale, invece, le azioni positive devono concentrarsi sulla lotta allo spaccio, sull'informazione fuori e dentro le discoteche con postazioni di ascolto e assistenza (come le roulotte posteggiate fuori dai locali). Ricordiamoci poi che molte vite si potrebbero salvare se si interviene subito: insegniamo ai ragazzi a chiamare subito i soccorsi se vedono un amico in difficoltà e a non aver paura di dire quello che sanno e hanno visto.
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
© 2010-2020 MdR per Paola Scalari - p.iva 03025800271 - c.f. SCLPLA52L49L736X | Cookies e Privacy Policy