La studiosa mestrina sulle ricadute che può causare la pandemia : «Siamo solo agli inizi e per questo qualcuno si può illudere che torneremo come prima Stiamo invece imbattendoci in un crash, una rottura da cui può nascere una società migliore, più solidale, in cui si ha chiaro che non ci si salva da soli»
L’ESPERTO - Per Paola Scalari solo con relazioni positive si evita il rischio di isolamento e depressione, sempre in agguato con l’età
La psicologa: «Una buona vecchiaia inizia costruendo buone relazioni fin da piccoli»
Si inizia a invecchiare dalla nascita e si finisce di invecchiare con la morte.
E già da bambini si impara a invecchiare bene, ma ci si può allenare per un migliore invecchiamento fino all'ultimo. Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta, propone questa come regola di fondo: «Si diventa vecchi in un modo che è consono e in rapporto stretto con ciò che si è costruito in una vita».
L'idea è proprio questa: che non si debba aspettare di di- ventare vecchi per imparare a vivere bene la vecchiaia. Anzi, questo sarebbe un errore: «La cosa più triste dell'invecchia- mento – rileva la psicologa mestrina – accade quando arrivi ad un'età avanzata senza renderti conto che non ci sarà più tempo per fare questo o quello... Cioè che la fantasia del tempo infinito, del tempo che non trascorre, per cui puoi rimandare cose importanti della tua vita, è invece in scadenza. Questa è la cosa più tragica».
La scuola di oggi, se non ti adatti ad essa, non ti fa posto.
«La scuola non è adatta per tutti i ragazzi; bisogna perciò che facciamo “le” scuole, cioè una pluralità di proposte scolastiche, sia alle medie che alle superiori, che riesca a rispondere a diverse esigenze».
È la proposta di Paola Scalari, psicanalista mestrina, già responsabile dei Centri età evolutiva del Comune di Venezia, autrice di numerosi volumi sui temi dell'educazione.
Il problema è quello delle azioni da mettere in campo per ridurre al minimo l'abbandono scolastico. Un fenomeno in riduzione, ma ancora molto grave. Durante lo scorso anno scolastico, per esempio, 78 ragazzi (56 maschi e 22 femmine), in provincia di Venezia, hanno lasciato la scuola media. Lo attestano i dati dell'Ufficio scolastico regionale per il Veneto.
«Oggi – è l'analisi di Paola Scalari - la scuola è tale che, se non ti adatti ad essa e non hai gli strumenti per adattarti al suo modo di funzionare, non ti fa posto o non fa una didattica funzionale ai tuoi limiti, capacità e difficoltà». Il risultato, in molti casi, è la di- spersione: ragazzi che escono dal per- corso già a 13-14 anni, con un baga- glio culturale molto ridotto, con i pericoli che ciò comporta. «L'abbandono – ri- prende la psicologa - è una piaga sociale e culturale. Si crea una fetta di popolazione che non fruisce del di- ritto-dovere allo studio, che non è un di- ritto-dovere solo del singolo ma di tutta la comunità. Perché il rischio della disoccupa- zione, della marginalità e della devianza, in chi abbandona prematuramente, è molto....
A me piacerebbe che la gente arrivasse a pensare che si va dallo psicoterapeuta quando si vuole fare un'esperienza di crescita emotiva senza pensarsi né matti né folli, perché noi non siamo i dottori della follia. Noi siamo persone che accompagnano i nostri pazienti nella crescita personale» .
Paola Scalari sintetizza così l'intento di fondo del suo nuovo libro, "L'ascolto del paziente - Uno sguardo interiore", edito da La Meridiana (pagg. 183, euro 18). La psicologa veneziana presenterà il libro martedi 16, alle ore 18.30, alla libreria Ubik di via Poerio 6 a Mestre, dialogando con la psicosocioanalista Nicoletta Livelli.
TECNOLOGIA E PSICOLOGIA
La psicologa veneziana: "II problema non è togliere il digitale ai più giovani, ma educarli a creare e vivere le relazioni"
Spegnere il cyberbullismo con adulti responsabili, studi umanistici e patronati.
Paola Scalari: "Inutile gridare contro i social 'cattivi': gli adulti educhino i ragazzi alla tecnologia"
Cyberbullismo? Dipendenza da smartphone? Contro le devianze tre gli antidoti: adulti responsabili, una scuola che educhi ai valori umanistici e patronati parrocchiali che siano luoghi accoglienti, capaci di promuovere le relazioni.
Ma caviamoci dalla testa di fare opposizione esplicita, o anche solo resistenza passiva, alla civiltà digitale e ai social così abbondantemente usati da adolescenti e ragazzi.
Leggi tutto: Gente Veneta: Spegnere il cyberbullismo con adulti responsabili
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