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Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
    Siamo messi male
    Oh come mi... Venerdì, 05 Dicembre 2014
  • Renata ha scritto Altro
    Perchè stupirci?
    E' un problema quello... Domenica, 24 Novembre 2013
  • Marcella ha scritto Altro
    Speranza
    Neppure la giornata sui diritti... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Paola Scalari ha scritto Altro
    Dare voce
    Chi è Educatore ha espresso... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Domenico ha scritto Altro
    Ragazze Invisibili
    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
  • Michela ha scritto Altro
    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

Scritti

La storia
Carla, un'impiegata di un grande ufficio, una mattina arriva al lavoro sventolando un foglio di carta ed affermando ripetutamente : "Ecco il mio bimbo! Guardate com'è carino! E' mio figlio!" Colleghe e colleghi le si fanno attorno incuriositi e scoprono la foto sbiadita di un'ecografia dove con molta fantasia si può distinguere il feto di un bambino.
"Ha solamente pochi mesi -si giustifica Carla- ma si vede già che è un maschio!".

Leggi tutto: Mamme in attesa

La storia
Una famigliola composta da padre, madre e due figlie, Giovanna di tre anni e Beatrice di tre mesi, si sta preparando per andare a trascorrere un week-end in campagna a casa di parenti. Giovanna, tutta eccitata perchè i genitori le hanno prefigurato che nel pollaio ci sono diverse covate di pulcini, che nella stalla è appena nato un vitellino e che rinchiusi in un recinto ci sono dei coniglietti bianchi, non vede l'ora di partire. E' già pronta da un bel po' di tempo e, con il suo amico peluche tra le braccia, segue con curiosità ed interesse il papà che sta caricando l'automobile.
"E' mai possibile che ogni volta che ci rechiamo in un posto dobbiamo portarci dietro mezza casa? Dove la metto tutta questa roba? Io ho un'auto non un camion! lo sente lamentarsi mentre, sfiduciato, osserva il mucchio di bagagli che deve ancora caricare.

Leggi tutto: Gelosie e incomprensioni

La storia
E' l'ora del pranzo. La famiglia è riunita attorno alla tavola.
Federica, 20 mesi, se ne sta seduta sul suo seggiolone e chiede insistentemente di essere imboccata, anche se la mamma l'aveva fatta mangiare prima degli altri nella speranza, purtroppo vana, di essere poi lasciata in pace durante il pranzo. Il fratellino Francesco, sei anni, continua a fare capricci perché non vuole la minestra e ripete come in un ritornello "Io non ho fame. Questa roba non mi piace!". I due genitori tentano di tenerli a bada e, contemporaneamente, di soddisfare il loro appetito.

Leggi tutto: Culetto e vasetto

La storia
I genitori di Leonardo, un bimbo di due anni e mezzo, continuano a definirsi sfortunati perché hanno un figlio che quando è con loro ha l'argento vivo in corpo e chiacchiera, chiede, pretende, si muove in continuazione tanto che si trovano spesso costretti a zittirlo ed a fermarlo, quando invece deve interagire o con un altro bambino oppure con i nonni, i cuginetti e gli zii, od ancora peggio con degli estranei, si blocca, ammutolisce ed è capace di starsene immobile e silenzioso per ore ed ore incollato alla gonna della mamma o ai pantaloni del papà che gli rifiutano la mano nel tentativo di tenerlo un po' staccato da loro.

Leggi tutto: Mamma, ho paura dell’uomo nero

La storia
E' sera. Marito, moglie e la madre di lui hanno appena finito di cenare. La televisione, tenuta accesa, ha impedito ogni contatto tra di loro.
Mentre passano dalla cucina al salotto, cioè da un televisore ad un altro, la vecchia signora approfitta del brevissimo momento di.... vuoto televisivo per tirare a cimento i due sposi riproponendo un vecchio discorso ed afferma decisa: "Avete tutte e due più di trent'anni! Cosa aspettate per mettere al mondo un figlio!"

Leggi tutto: Tutti assieme appassionatamente…a litigare

La storia
Barbara, una bimba di dieci mesi, è seduta sul seggiolone e sta lottando con la mamma che cerca di farle ingurgitare un piatto di minestrina con sciolto dentro un formaggino.
Le strategie che la madre mette in atto per far passare la minestra dal piatto allo stomaco della figlioletta devono essere continuamente variate perché Barbara, dopo due o tre bocconi, scopre il trucco e non apre più la bocca.
Il primo tentativo va quasi sempre a buon fine.
"Guarda l'uccellino -le dice la mamma indicandole un punto lontano in modo che la bimba non si accorga del cucchiaio di pappa che tiene in mano. Barbara, incuriosita, va alla ricerca dell'uccellino e la madre, con una scelta di tempo affinata in giorni e giorni di tentativi ed errori, centra la bocca che la figlia tiene aperta per la meraviglia e le versa dentro il cucchiaio di minestra. Poi pensa soddisfatta: "Il primo è andato!".

Leggi tutto: Pista bambini...arrivano i bocconcini

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.