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Commenti

  • Paola Biasin ha scritto Altro
    Essere genitori e non amarsi: difficile!... Domenica, 14 Giugno 2015
  • Emanuela ha scritto Altro
    Siamo messi male
    Oh come mi... Venerdì, 05 Dicembre 2014
  • Renata ha scritto Altro
    Perchè stupirci?
    E' un problema quello... Domenica, 24 Novembre 2013
  • Marcella ha scritto Altro
    Speranza
    Neppure la giornata sui diritti... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Paola Scalari ha scritto Altro
    Dare voce
    Chi è Educatore ha espresso... Sabato, 23 Novembre 2013
  • Domenico ha scritto Altro
    Ragazze Invisibili
    Una brutta,... Mercoledì, 20 Novembre 2013
  • Michela ha scritto Altro
    Io penso...
    Nel film "Il ladro di... Lunedì, 18 Novembre 2013

Scritti

I bambini suscitano una grande tempesta emotiva. E più sono piccoli più, per loro natura, i cuccioli sviluppano dentro di noi una risposta profonda e atavica di attaccamento.
Il cucciolo d'uomo ha questa capacità di sollecitare la relazione proprio perché la sua sopravvivenza psichica, oltre che quella fisica, è data dal fatto che qualcuno riesca a raccogliere, accogliere e organizzare i suoi bisogni.

Leggi tutto: Costruire un ambiente materno

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Cercare il limite e rimettersi in gioco

Il tema delle regole mi è molto caro ed è un argomento sul quale ho riflettuto a lungo e scritto molto.
Per me è fondamentale che l'educatore fornisca ai bambini e ai ragazzi le regole del gioco esistenziale, perché solo questa trasmissione intergenerazionale consente ai piccoli di trovare un senso nella vita.

Leggi tutto: Regole e Regolarità

Paola Scalari e Francesco Berto


Tutti sono figli
Ogni bambino è un individuo concepito da una coppia che diviene gruppo familiare con la nascita del figlio.
Questo piccolo nucleo, racchiuso in un solido anche se invisibile confine, viene riconosciuto sia dalle due famiglie d'origine sia dalla società come il luogo dove saranno trasmessi al piccino quegli affetti e quei limiti necessari per poter stare al mondo.
I nonni, i parenti, gli amici, le famiglie del vicinato, tutti insieme, costruiscono allora quella culla emotiva dentro alla quale il piccolino viene accolto assieme ai suoi genitori, viene riconosciuto come componente del gruppo familiare e viene infine iscritto nella sua genia.

Leggi tutto: Il gruppo come opportunità per costruire identità genitoriali

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L'importanza di sviluppare un modello triadico nella relazione educativa

Tutti noi abbiamo vissuto l'esperienza del narrare e conosciamo perciò l'importanza di saper costruire racconti. Tutti noi, infatti, abbiamo imparato a mettere insieme le parole e conosciamo l'importanza di saper usare vari linguaggi per esprimerci. Non tutti però sappiamo che l'unica modalità narrativa che può portare ad una trasformazione consiste nel saper utilizzare la forma riflessiva del verbo raccontare. Raccontarsi significa infatti narrare di se stessi a se stessi.

Ti meno per ripetere la crudeltà di chi mi ha preceduto.

Ma ho paura di me stesso!

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Fermare questo uso improprio dei metodi correttivi è dunque un'impresa culturale a vasto raggio che richiede luoghi formativi dove qualcuno si possa prendere cura della sofferenza intergenerazionale sia che essa sfoci nella passività del genitore che subisce il figlio tiranno sia che arrivi, all'opposto, alla sottomissione del bambino tramite la tortura che genera paura.


Tra le pareti domestiche si consumano molti delitti. E se uccide più la famiglia che la mafia, dissemina più violenza la vita domestica che la corrotta società post moderna. Troppo spesso i bambini assistono alle scenate di madri infelici e alle sfuriate di padri scontrosi. Troppi coniugi immaturi si demoliscono con parole aggressive e con gesti umilianti di fronte a figli attoniti, impauriti, rabbiosi.

Leggi tutto: Educazione

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Intervista a cura di Domenico Canciani.

Viviamo in una società che ricerca il benessere in tutti in modi; nelle palestre, nell'alimentazione, nell'abbigliamento vanno di moda tutte le culture del corpo, però a scuola ci sono segnali di malessere, di insofferenza, di disagio. Come possiamo vedere e leggere i segnali che ci mandano i ragazzi attraverso l'uso e l'abuso del loro corpo?
La prima cosa che possiamo pensare di fare è di riflettere sul corpo: è una parte di noi che parla, è uno strumento molto importante per esprimere, raccontare, mettere in evidenza parti emotive, parti sentite, parti affettive, che non trovano altro modo per potersi esprimere. Ogni essere umano è inizialmente corpo da cui poi si sviluppano psiche e mente, perciò ciascuno di noi ha imparato fin da neonato a dare spontaneamente al proprio corpo il compito di trasmettere delle cose che altrimenti non potrebbe trasmettere; quindi il corpo è un veicolo delle nostre comunicazioni. Pensando a Donald Winnicott potremmo dire che esso rappresenta quella parte di me - non me - con cui si può dialogare.

Leggi tutto: Il corpo e lo sguardo - Intervista

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Paola Scalari
è psicologa, psicoterapeuta, psicosocioanalista, docente in Psicoterapia della coppia e della famiglia alla Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della COIRAG e di Teoria e tecnica del gruppo operativo in ARIELE psicoterapia. Docente Scuola Genitori Impresa famiglia Confartigianato.
Socia di ARIELE Associazione Italiana di Psicosocioanalisi. E’ consulente, docente, formatore e supervisore di gruppi ed équipe per enti e istituzioni dei settori sanitario, sociale, educativo e scolastico.
Cura per Armando la collana Intrecci e per la meridiana la collana Premesse… per il cambiamento sociale, ed è consulente delle riviste Animazione sociale del gruppo Abele, Conflitti del CPPP, Io e il mio Bambino, Sfera-Rizzoli group.
Nel 1988 ha fondato i "Centri età evolutiva" del Comune di Venezia per sostenere la famiglia nel suo compito di far crescere i figli e si è occupata della progettualità del servizio Infanzia Adolescenza della città di Venezia.
Insieme a Francesco Berto ha recentemente pubblicato per le edizioni La Meridiana: "Adesso basta! Ascoltami. Educare i ragazzi al rispetto delle regole." (2004), "Fuggiaschi. Adolescenti tra i banchi di scuola." (2005), "Fili spezzati. Aiutare genitori in crisi, separati e divorziati." (2006), "ConTatto. La consulenza educativa ai genitori." (2008), "Padri che amano troppo." (2009), "Mal d'amore. Relazioni familiari tra confusioni sentimentali e criticità educative." (2011), "A scuola con le emozioni - Un nuovo dialogo educativo" (2012), "Il codice psicosocioeducativo" (2013), "Parola di Bambino. Il mondo visto con i suoi occhi." (2013).

Educare è insegnare ad avere fiducia nel mondo che verrà, a investire positivamente le proprie capacità, a sognare e faticare per realizzare le proprie speranze di vita. Una scuola attiva, formativa, lo sa.
La scuola attiva e formativa è la scuola che tutti noi vorremmo avere per i nostri bambini e ragazzi ma sembra essere lontano anni luce da quello che incontriamo quotidianamente. Prevale una lamentazione diffusa: insegnanti che si lamentano della famiglia dei propri alunni, genitori che difendono tout court i figli e non sembrano comprendere la necessità di un apprendimento basato su aspetti cognitivi, cooperativi ed emotivi. Si trova tanta demotivazione e ancor più rassegnazione, al punto da creare una sorta di imprinting alla rassegnazione anche nei bambini.
Questo libro, curato da Paola Scalari e scritto da insegnanti, pedagogisti, psicologi ed educatori ha il compito da un lato di fare una fotografia critica del presente, dall'altro di proporre buone pratiche per una scuola dell'oggi e del domani. Le buone pratiche sono basate su teorie consolidate ma non ancora applicate in maniera sistematica e consapevole: Bauleo, Pagliarani, Bleger, Freinet, Milani e, per citare il mondo attuale, Canevaro e Demetrio.
Si tratta di pratiche che tengono conto della possibilità di costruire una scuola che aiuti a pensare, dialogare, dar forma. Una scuola basata sull'ascolto, su modalità cooperative, dove bambini e ragazzi possano sentirsi liberi di esprimersi ma anche di prendersi responsabilità in base alle loro competenze. Una scuola che sa mettersi in relazione con i bambini e che sa creare basi per una coesione tra adulti che condividono l'educazione dei figli e degli allievi.
A scuola con le emozioni è rivolo agli insegnanti e ai genitori, ma anche a educatori e psicologi. Com'è il mondo visto con gli occhi del bambino? E' una domanda a cui dovrebbero saper rispondere soprattutto gli educatori dei bambini (oltre che i genitori, auspicabilmente), le maestre e i maestri di vari livelli, coloro che sono impegnati a far crescere i piccoli, ad indicare loro la strada per diventare adulti, per imparare a vivere. Una bella risposta alla domanda è contenuta nel libro "Parola di bambino" scritto da Paola Scalari e Francesco Berto, edizioni la meridiana (premesse... per il cambiamento sociale). La collana, per altro, è curata dalla stessa Paola Scalari che venerdì 14 alle 18 sarà alla libreria Einaudi di Trento in piazza della Mostra.

"Il conflitto che i bambini esprimono con le loro paure richiede l'amore di tutta la nostra intelligenza", scriveva lo psicanalista Luigi Pagliarani negli anni Novanta. Fondatore e presidente di ARIELE (Associazione Italiana di Psicosocioanalisi), Pagliarani, ha lasciato una profonda traccia del suo pensiero tanto che, molti dei suoi, allievi, ora psicanalisti e psicoterapeuti, hanno costituito la Fondazione a lui dedicata (www.luigipagliarani.ch). Fra questi Carla Weber che, venerdì 14, sarà in conversazione con Paola Scalari, co-autrice del libro. Suddiviso in quattro parti, "Alfabetizzazione sentimentale" la prima, "Chiamale emozioni" la seconda, "Il legame familiare" la terza e "Immagini spontanee, volare in alto" la quarta, "Parola di bimbo" non racconta, evoca, "mobilita cioè, poeticamente, la condizione di figlio che è l'elemento unificante l'umanità". Per gli studiosi che fanno riferimento a Luigi Pagliarani, gli autori del libro e coloro che fanno parte dell' associazione "Ariele", oltrecché della Fondazione, "la possibilità di ogni bambino di costruire un buon legame con sé stesso e con il mondo esterno va iscritta nei rapporti tra genitori, nei vincoli tra famiglie, nel tessuto vitale di un territorio, nell'attenzione creativa del mondo scolastico e nelle buone offerte del tempo libero". Sostengono gli autori del libro che "un adulto significativo nella crescita dei minori sa rimanere in contatto con la parte piccola, sensibile, fragile, incompiuta di se stesso". Solo così è possibile riconoscere ed identificarsi con le fatiche emotive dei bambini e aiutare il piccolo a "mettere in parole le emozioni". Non un percorso facile perché presuppone, da parte dell'adulto, la capacità di instaurare un livello comunicativo fra sé e il piccolo, visibile e invisibile, fra la mente di chi è già formato e la psiche di chi deve ancora formarsi. Una sfida bella, premessa necessaria per un mondo umano più equilibrato e meno sofferente. Il libro è il risultato di una ricerca sul campo fatta con i bambini e, nelle pagine sono contenute anche le loro osservazioni, le riflessioni su alcune questioni poste dall'educatore. Una postfazione di Luigi Pagliarani contribuisce a centrare ancor più il tema perché i due verbi da coniugare in ambito educativo sono "allevare e generare. Il grande - che sa ed ha - con l'allevare dà al piccolo quel che non sa e non ha. Qui c'è una differenza di statura. Nel generare questa differenza sparisce. Tutti contribuiscono a mettere al mondo, a far nascere quel che prima non c'era...". Un libro utile a educatori, genitori e adulti che vogliano rapportarsi con successo con i piccoli.